Dopo Bove pronto un nuovo disegno di legge sul primo soccorso (Repubblica)

Il calciatore sarà presente ad una conferenza in Senato, in cui sarà presentata una nuova legge in suo onore: l'obiettivo è la formazione al primo soccorso in Italia

Bove

Firenze 01/12/2024 - campionato di calcio serie A / Fiorentina-Inter / foto Image Sport nella foto: Edoardo Bove-Denzel Dumfries

Un evento tragico in grado di cambiare la vita di un ragazzo e la concezione di un intero sport. È trascorso quasi un anno dal 1° dicembre 2024, giorno in cui Edoardo Bove, privo di sensi, precipitava sul terreno di gioco del Franchi nel corso di Fiorentina-Inter di Serie A. Un’immagine glaciale, impressa nella mente di un Paese. La gara sospesa, il silenzio surreale sugli spalti e il timore nei cuori degli appassionati di calcio. A pochi giorni da quella data sciagurata, il calciatore sarà presente in Senato lunedì 17 dicembre e sarà il referente principale di una nuova legge, intitolata in suo onore.

Bove e la nuova legge sul primo soccorso in suo onore

Scrive La Repubblica:

“Lunedì 17 novembre, a pochi giorni da quel primo anniversario, Bove non sarà in campo ma in uno dei luoghi più simbolici della vita pubblica italiana: al Senato, il centrocampista sarà il volto e il testimonial della cosiddetta “Legge Bove” sul primo soccorso, un disegno di legge per far sì che tutti sappiano cosa fare nei primi minuti può fare la differenza tra la vita e la morte. L’iniziativa è del senatore Marco Lombardo, che insieme a Carlo Calenda ha messo la firma sul testo. Il 17 novembre, alle 17.30, il provvedimento sarà presentato in conferenza stampa alla presenza del ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, della vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, della senatrice Simona Malpezzi e di alcuni tra i principali attori del mondo del primo soccorso, come Mirko Damasco (Salvagente Italia) e Andrea Scapigliati”.

Gli obiettivi della legge

La Legge Bove punta a diffondere la cultura del primo soccorso in Italia, rendendo le manovre salvavita accessibili a tutti e riducendo i rischi legati a emergenze improvvise. Ce lo spiega il quotidiano italiano:

“L’obiettivo della legge è chiaro: rafforzare in modo strutturale la formazione al primo soccorso in Italia, a partire dai luoghi dove ragazzi e adulti passano la maggior parte del tempo – scuole, società sportive, aziende – per evitare che la catena dei soccorsi si inceppi proprio nei minuti decisivi. Ogni anno, nel nostro Paese, circa 65 mila persone perdono la vita per mancanza o ritardo negli interventi di primo soccorso: una statistica che rende evidente come il caso Bove non sia solo una storia di calcio. Che questa battaglia porti il suo nome non è un semplice omaggio. Da quando ha lasciato il campo in ambulanza, la vita del centrocampista è cambiata. Ha affrontato l’operazione, la lunga riabilitazione, i controlli continui.

In questi mesi Bove ha trasformato quella ferita in impegno pubblico. Ha iniziato a parlare di primo soccorso, di defibrillatori, di cultura dell’emergenza. Poi ha raccontato la sua paura ma anche la gratitudine verso chi, quel giorno, ha saputo intervenire in tempo. Ha ricordato che non tutti hanno la fortuna di cadere a terra in uno stadio di Serie A circondato da medici e rianimatori. La “Legge Bove” nasce esattamente da qui: dall’idea che le manovre salvavita debbano diventare patrimonio comune, non competenza di pochi specialisti. Punta a rendere obbligatoria una formazione minima per allenatori, dirigenti e operatori, diffondere in modo capillare i defibrillatori e insegnare alle nuove generazioni come reagire davanti a un malore improvviso, sperando serva a ridurre al minimo il margine di fatalità”.

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