Coppa Davis, l’Italia resta favorita anche senza Sinner e Musetti (Bertolucci)

Sulle Gazzetta: Berrettini è un giocatore di esperienza e di grande livello sul veloce; Cobolli ha avuto un'ottima annata. Ma la Davis dovrebbe essere biennale o triennale.

Berrettini Sinner

Matteo Berrettini (R) and Jannik Sinner of Team Italy, celebrate beating Maximo Gonzalez and Andres Molteni of Team Argentina during their quarter-final doubles match between Italy and Argentina at the Davis Cup Finals at the Palacio de Deportes Jose Maria Martin Carpena arena in Malaga, southern Spain, on November 21, 2024. (Photo by Thomas COEX / AFP)

In Coppa Davis l’Italia ha battuto 2-0 l’Austria nei quarti di finale con i match vinti da Berrettini e Cobolli. Alla competizione non partecipano quest’anno Sinner e Musetti, che hanno dato forfait dopo essere stati impegnati nelle Finals di Torino. Ora, in semifinale l’Italia affronterà il Belgio.

L’Italia favorita in Coppa Davis anche senza Sinner e Musetti

Paolo Bertolucci scrive sulla Gazzetta dello Sport:

“Credo che quest’anno l’Italia, nonostante le pesanti assenze di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, sia in piena corsa, insieme alla Germania, per conquistare ancora una volta la Coppa Davis. Noi schieriamo un Matteo Berrettini che è un giocatore di esperienza e che, soprattutto, se sta a posto fisicamente, sul veloce, è sicuramente di livello assoluto. Per lui la cosa importante è che non abbia problemi fisici e riesca finalmente, per un periodo piuttosto lungo, a giocare senza questa spada di Damocle degli infortuni. Flavio Cobolli, poi, ha avuto un’ottima annata, è a ridosso del numero 20 ed è un giocatore che ha dimostrato di poter giocare a un buon livello e di saper vincere anche sulle superfici veloci, nonostante sia nato sulla terra rossa. Va sottolineato un aspetto fenomenale: l’Italia non può schierare i suoi primi due giocatori, due top-10 ricordiamolo, e alla fine è comunque favorita almeno quanto la Germania per la vittoria. È la dimostrazione della qualità del nostro movimento e di tutto quello di buono che ha fatto quest’anno.

Detto questo, va sottolineato che a Bologna c’è purtroppo una rassegna con un solo giocatore tra i primi 10 e due nei primi 20, sia perché ci sono state mille defezioni, sia perché alcuni dei più forti hanno una squadra modesta e non si sono qualificati. Così il livello della manifestazione scende, anno dopo anno. Credo che questo sia un messaggio molto forte che i giocatori danno alle istituzioni perché si rendano conto che così non si può andare avanti e che questa nuova formula non regge. Credo che l’unica soluzione sia quella, che qualcuno ha già prospettato, di rendere la Davis biennale o triennale, in modo che i giocatori si rendano liberi per quattro settimane in quella stagione. Si dovrebbe tornare anche all’alternanza di un match in casa e uno fuori”.

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