L’arbitro Taylor e l’aggressione dei romanisti all’aeroporto: «Furono spinti dalle parole di Mourinho? Penso di sì»

L'arbitro della finale di Europa League Roma-Siviglia alla Bbc: «Tutto per una gara in cui non ho commesso errori gravi»

L'arbitro Taylor roma siviglia

Cm Budapest (Ungheria) 31/05/2023 - finale Europa League / Siviglia-Roma / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Anthony Taylor

Anthony Taylor, l’arbitro della contestatissima finale di Europa League a Budapest del 2023, ha rilasciato una lunga intervista alla BBC. Dopo quella partita in cui l’arbitro ha battuto il record di cartellini mostrati sono arrivate diverse minacce nei confronti suoi e della sua famiglia.

Dopo la gara Mourinho si era sfogato contro l’arbitro: «Taylor è un grandissimo arbitro, speriamo che l’anno prossimo fa solo Champions, che fa cagate solo in Champions e non in partite di Europa League. Noi siamo più umili di questo in Europa League». Proprio da queste parole è partito Taylor che spiegando che quella notte che gli ha cambiato la carriera: «Quella di Budapest è la situazione peggiore che abbia mai affrontato in carriera, soprattutto per gli insulti ricevuti dopo la gara e per i fatti avvenuti in aeroporto, dove erano presenti anche tutti i miei familiari. Tutto questo per una gara in cui, in realtà, non ho commesso errori gravi». L‘attacco di alcuni tifosi all’aeroporto che, a suo dire, ha colpito la famiglia tanto che, da quel momento, «non è più venuta a vedere una partita».

Taylor crede che le parole di Mourinho siano state una spinta per i tifosi in aeroporto: «Sì, onestamente penso di sì». Per quello sfogo la Uefa aveva aperto un’indagine sullo Special One. E continua:  «Quella di Budapest è la situazione peggiore che abbia mai affrontato in termini di insulti. Non solo perché viaggiavo con i miei familiari in quel momento: questo mette anche in luce l’impatto del comportamento delle persone sugli altri. Anche in una partita come quella, dove in realtà non ci sono stati errori gravi».

L’arbitro non ha digerito le parole dell’allenatore della Roma  e ha insinuato che si cercasse di «spostare l’attenzione su qualcuno da incolpare. Per me questa è una grande fonte di delusione, frustrazione e rabbia. Non credo sia accettabile quello che è successo, perché sono sicuro che a quelle persone non piacerebbe che qualcuno si voltasse e dicesse una cosa del genere a loro o ai propri figli. Da allora non sono più venuti a vedere una partita».

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«Se ti viene continuamente detto che non sei molto bravo, che sia da parte di giornalisti, esperti o persino ex dirigenti, allora la salute mentale delle persone potrebbe potenzialmente risentirne. La cultura calcistica in generale è: dobbiamo vincere questa partita a tutti i costi. Il modo in cui le persone si espongono nel post-partita, con tante cose in ballo, per diffondere false narrazioni, per diffondere teorie del complotto malevole… crea un ambiente estremamente negativo in cui le persone possono lavorare. Ogni singolo fine settimana puoi andare in qualsiasi parco locale del Regno Unito e vedere un genitore a bordocampo insultare verbalmente un giovane arbitro. Questo non è un ambiente favorevole al miglioramento delle persone. Non capisco come la gente pensi che sia accettabile».

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