Rocchi prima dice agli assistenti di essere “piccoli arbitri”, poi dopo Napoli-Inter ha cambiato idea (Ziliani)

Bindoni, in Napoli-Inter, ha pagato la lunaticità di Rocchi. Un tempo un arbitro doveva decidere se dare un rigore o no, oggi c'è il discrimine del "rigorino".

rocchi milan-bologna Open Var

Db Milano 11/01/2023 - presentazione introduzione fuorigioco semiautomatico S.A.O.T / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianluca Rocchi

Paolo Ziliani ha scritto sulle parole del disegnatore arbitri Gianluca Rocchi, a Open Var, dopo il rigore assegnato al Napoli contro l’Inter; inoltre, ha messo in evidenza che Rocchi sembra stia scrivendo un regolamento tutto suo dell’arbitraggio, che può variare da partita in partita.

Il commento su Rocchi e il rigore al Napoli contro l’Inter

Ziliani scrive su X:

“Sento il bisogno, dopo aver assistito al programma Open Var, di porgere le mie scuse al designatore arbitrale Gianluca Rocchi che tante volte ho criticato. Sento di dovermi scusare con lui perché solo ieri, dopo averlo sentito parlare, mi è stato chiaro che il suo lavoro non è quello che io immaginavo di semplice designatore tout court, ma la missione che lui stesso si è auto-affidato è ben altra: riscrivere dalle fondamenta il Regolamento del Gioco del Calcio. E un po’ come fece Michelangelo fra il 1475 e il 1481 con la Cappella Sistina a Roma voluta da Papa Sisto IV, Sua Santità Gianluca I da Firenze sta edificando dal 3 luglio 2021, giorno della sua nomina al soglio di designatore, la “Cappella Rocchina”, e cioè la riscrittura dell’Antico Regolamento del calcio nel Nuovo Regolamento, per l’appunto il suo; con la differenza che mentre Michelangelo si avvalse della collaborazione di alcuni dei più grandi artisti della seconda metà del Quattrocento, Gianluca il Magnifico sta facendo tutto da solo e lo sta predicando ai suoi adepti: che non essendo alla sua altezza stentano però maledettamente ad apprenderlo e ad assimilarlo. Essendo un perfezionista, non è mai contento del procedere dell’opera; e se ieri aveva detto bianco, oggi dice grigio e forse domani, riterrà giusto dare un’ultima correzione alla barra e dire nero.

Fino a ieri tutti pensavano, io per primo, che la bufera di polemiche che investono il mondo arbitrale fosse dovuta al fatto che gli arbitri (in campo o al Var non ha importanza) non rispettassero il Regolamento del Gioco del Calcio in vigore in tutto il mondo per la rabbia e l’avvilimento di tutti gli appassionati; invece no. Quel che sta avvenendo e di cui nessuno si era accorto è che è in corso la riscrittura del Nuovo Regolamento. Un tempo un arbitro doveva decidere semplicemente se dare un rigore o no: oggi non è più così. Oggi è stato introdotto, ad esempio, il discrimine del “rigorino”, e cioè la valutazione dell’intensità del contatto, un’intensità che non deve mai essere, per usare le parole di Rocchi, “sotto soglia”. Se la soglia è bassa è “rigorino”, se la soglia è media siamo nel limbo in cui tutto può succedere e che Dio ce la mandi buona, se la soglia è alta è calcio di rigore. Solo che non esistendo un “intensometro”, cioè uno strumento che misuri all’istante il grado d’intensità del contatto che avviene tra giocatore e giocatore o fra giocatore e pallone, l’unico riferimento possibile cui rimandarsi è quello dell’ “intensometro” che c’è nella testa di Rocchi. E qui cominciano i problemi.

L’ultima bufera è quella scatenatasi sabato in Napoli-Inter per il controverso rigore concesso al Napoli, sul risultato di 0-0, dopo che l’arbitro Mariani aveva giudicato non falloso l’intervento di Mkhitaryan su Di Lorenzo salvo interrompere il gioco 8 secondi dopo, tornare sui suoi passi e indicare il dischetto convinto dalle urla dell’assistente Bindoni. «Noi stiamo cercando di trasformare gli assistenti in piccoli arbitri perché il fuorigioco ormai è automatico. Ma non mi è piaciuta per niente l’ingerenza di Bindoni che è andato oltre quello che gli abbiamo chiesto di fare» ha dichiarato Rocchi. Ricapitolando: ci dice, come prima cosa, che poiché l’introduzione del Var ha reso quasi superflua la figura del guardalinee, lui si è messo una mano sul cuore e affinché gli assistenti non si sentissero emarginati e inutili ha pensato che fosse cosa buona e giusta “trasformarli in piccoli arbitri” (cito testualmente). Dopodiché, non appena un guardalinee lo prende in parola e si trasforma davvero, come ha fatto Bindoni in Napoli-Inter, in “piccolo arbitro”, Rocchi si straccia le vesti in tv, dimenticandosi che forse la colpa è sua; se avesse lasciato che i guardalinee facessero i guardalinee e gli arbitri gli arbitri, l’indegna baracconata andata in scena al Maradona non ci sarebbe mai stata.

E’ evidente a tutti che Di Lorenzo allarga la gamba non per proteggere il pallone ma per provocare il contatto con l’avversario. Basterebbe che il Var lo dicesse all’arbitro invitandolo a rivedere l’azione per poi decidere. Il messaggio che deve passare è che non è vero che Di Lorenzo allarga la gamba: Di Lorenzo protegge il pallone. Chiedo: quante volte in questi ultimi anni ci siamo sentiti raccontare le più incredibili favole messe in circolo col dichiarato intento di far passare in cavalleria i più smaccati scempi al regolamento commessi dagli arbitri? Forse è giunto il momento di dire che non solo la procedura usata per concedere il rigore al Napoli è strana: ben più strana, anzi stramba, anzi grottesca è la procedura che da quattro anni Rocchi usa nell’interpretare il ruolo di designatore. Perché la verità è che non fa il designatore: fa il ri-scrittore delle regole”.

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