Quadarella: «Sono fiera di non aver vissuto grandi crisi, per resistere è importante essere lineari e costanti»
Alla Gazzetta: «Ho capito che potevo diventare primatista europea proprio mentre gareggiavo. Arrivare davanti a Ledecky? Magari, per ora è imbattibile».

Italy's Simona Quadarella competes in the final of the women's 1500m freestyle swimming event during the World Aquatics Championships in Fukuoka on July 25, 2023. (Photo by Yuichi YAMAZAKI / AFP)
La nuotatrice Simona Quadarella, intervistata dalla Gazzetta dello Sport, ha raccontato i segreti dei suoi successi.
Quadarella: «Sono fiera di non aver vissuto grandi crisi, dieci anni fa il nuoto veniva percepito diversamente»
Il miglior modo per dimenticare i due quarti posti olimpici di Parigi sono stati l’argento nei 1500 e i 2 record europei ai Mondiali?
«Non mi aspettavo questi risultati, anche perché avevo cambiato allenatore e non sapevo bene se ciò che stavo facendo andava bene o no. Invece a Singapore ho avuto buone risposte. Ora sono più tranquilla».
Migliorare i propri record a quasi 27 anni è sorprendente ed anche più difficile. Come ha fatto a diventare primatista europea negli 800 e 1500?
«Ho capito che si può, proprio mentre gareggiavo. Non pensavo a questi progressi ma ho una consapevolezza completamente diversa: sono tempi e record che spero siano abbastanza solidi. E questa consapevolezza voglio portarmela in futuro».
Un’emozione particolare di Singapore?
«La gara in sé: mi sono goduta i 1500 e tutto il resto. Mi ha fatto molto piacere tornare su quel podio».
È entrata in nazionale dieci anni fa, ora è una leader e un punto di forza: che differenze nota?
«Quando entrai nel 2015 c’erano tanti nuotatori molto più grandi, io ero la più piccola che doveva farsi strada. Adesso è il contrario, sono tra le veterane e c’è un gran bel ricambio. Ci sono tanti giovani che imparano da noi e noi ai giovani possiamo chiedere di tenere alta la leggerezza del gruppo».
Le ragazze di oggi sono sopra le righe? E dipende dai social, dalla voglia di essere star, dal contesto?
«Ognuno ha il suo percorso, i tempi sono anche cambiati, io sono arrivata 10 anni fa in nazionale ed era anche molto diverso come il nuoto veniva percepito da fuori. Bisogna rimodellare un po’ tutto».
Il nuoto non sembra uno sport meno di tendenza rispetto a pallavolo, tennis e atletica: perché?
«C’è un ricambio generazionale, i giovani hanno bisogno di tempo per crescere, maturare e capire come funziona, per questo non prendiamo tantissime medaglie, ma siamo una bella nazionale».
La sua carriera è sempre stata lineare: dipende dal suo carattere equilibrato?
«Vado abbastanza fiera di non aver avuto grandi crisi, è importante riuscire ad essere lineari e costanti, anche per non buttarsi troppo giù. Ogni anno affronto le situazioni da protagonista. È una cosa fondamentale che mi ha insegnato anche il mio ex allenatore Minotti: oggi vinciamo, ma domani testa a bassa e lavorare. È molto importante per resistere. E Singapore, mi ha lasciato oltre alla medaglia e ai record, tanta fiducia».
Prima di ritirarsi la vedremo toccare il muro davanti a Katie Ledecky?
«Magari, per adesso è imbattibile».