Natalie Grabow, la donna che sfida il tempo: a 80 anni verso l’Ironman delle Hawaii (El Pais)

Nuoto e ciclismo le hanno permesso di proteggere le articolazioni riducendo l’impatto della corsa, mantenendo al contempo il cuore allenato

Senna Natalie Grabow

Athletes compete in the swimming race in the Seine during the women's individual triathlon at the Paris 2024 Olympic Games in central Paris on July 31, 2024. (Photo by MARTIN BUREAU / POOL / AFP)

Sabato, nella culla dell’Ironman, il triathlon di lunga distanza, alle Hawaii, Natalie Grabow cercherà la sua risposta definitiva alla sua domanda. Può un’ottantenne completare l’Ironman più prestigioso del mondo? Ne scrive El Pais

A 80 anni per completare l’Ironman

“Grabow ha già tagliato per dieci volte il traguardo iconico di Kona, il paradiso sportivo situato a nord dell’isola, da cui è partito uno dei format più duri e affascinanti del pianeta: 3,8 chilometri di nuoto in acque aperte, 180 di ciclismo – su un percorso battuto dai venti laterali e immerso tra campi di lava e oceano – e una maratona di 42,2 chilometri come dessert. L’ultima volta che ce l’ha fatta era il 2022. Tre anni dopo, all’età di 80 anni, debutta nella nuova categoria (F 80-84) e punta a diventare la donna più anziana a completare l’impresa: il coronamento di un percorso di vita e di superamento personale per un’americana che ha scoperto l’amore per il triathlon oltre i sessant’anni e che, oltre a superare le rivali, sembra aver battuto anche l’invecchiamento”.

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La donna più anziana l’ha completato a 78 anni

“La donna più anziana ad aver completato Kona finora è stata Cherie Gruenfeld, nel 2022, a 78 anni. Una leggenda dell’Ironman – membro della Hall of Fame – con 14 titoli di categoria, forgiata tra gli allenamenti nei deserti californiani e le battaglie contro il cancro. Natalie, nata nel New Jersey un anno dopo, minaccia ora di toglierle il trono della longevità. Nel settembre scorso ha concluso l’Ironman del Maryland in 15 ore e 53 minuti, conquistando così il pass per il Mondiale delle Hawaii. Un tempio che conosce bene: vi debuttò nel 2006, a 61 anni, e da allora ha completato la gara altre nove volte. Ma non è una semplice “finisher”: nel 2016, la sua edizione migliore, vinse la categoria femminile 70-74 anni.  Non è la prima volta che Natalie gareggia nella categoria 80-84: nel 2024 ha già vinto in questa fascia all’Eagleman, a Mont-Tremblant e a Musselman (tutte gare di media distanza). La sua presenza a Kona non è un omaggio all’età, ma un diritto guadagnato sul campo, attraverso le prove di qualificazione del circuito Ironman, che si estende su 43 Paesi e coinvolge più di 94.000 partecipanti”.

Una scelta per difendere il suo corpo

“Una delle ragioni che spinsero Natalie, originariamente una semplice runner, a diventare triatleta fu il desiderio di far durare di più il proprio corpo. Nuoto e ciclismo le hanno permesso di proteggere le articolazioni riducendo l’impatto della corsa, mantenendo al contempo il cuore allenato. Per prepararsi a Kona, ha corso in modo misurato: poco più di 30 chilometri a settimana, distribuiti in varie sedute leggere. La sua strategia è semplice: arrivare alla partenza e sfruttare le proprie armi migliori – un cuore temprato da vent’anni di resistenza e una mente allenata a restare in piedi nei momenti più duri. La vera sfida sarà nella maratona, più per la tenuta delle articolazioni che per la resistenza fisica”.

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