Masters (Premier) contro la Fifa sui calendari. Vogliono tutelare i giocatori che poi spremono (Athletic)
Il calendario della Premier League secondo il presidente non è cambiato dal 1994

Manchester City's Norwegian striker #09 Erling Haaland (L) kicks the ball past Newcastle United's Dutch defender #04 Sven Botman during the English Premier League football match between Manchester City and Newcastle United at the Etihad Stadium in Manchester, north west England, on August 19, 2023. (Photo by Paul ELLIS / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE. No use with unauthorized audio, video, data, fixture lists, club/league logos or 'live' services. Online in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No video emulation. Social media in-match use limited to 120 images. An additional 40 images may be used in extra time. No use in betting publications, games or single club/league/player publications. /
I campionati nazionali sono ormai impegnati in una vera e propria “lotta” con la FIFA per conquistare l’attenzione dei tifosi e gestire il tempo dei giocatori. Lo ritiene il numero uno della Premier League, Richard Masters, che accusa la federazione mondiale di ignorare le preoccupazioni legate alla congestione del calendario e al benessere degli atleti. Parlando alla Leaders Sports Business Conference di Londra, Masters ha messo a confronto la crescita del numero di partite e competizioni organizzate da FIFA e UEFA con un calendario di Premier League che, al contrario, non è cambiato dal 1994. Ne scrive il New York Times.
Calendario ipercompresso
«Non c’è più spazio nel calendario», ha detto. «Ovviamente esiste un problema di tutela dei giocatori, ma in sostanza si tratta di una battaglia per le materie prime del calcio: i giocatori e le date disponibili.» Masters ha spiegato che l’obiettivo principale della Premier League è difendere il calcio nazionale e il proprio spazio, tradizionalmente dedicato al weekend. «Vogliamo che tutti i nostri proprietari e allenatori si sveglino ogni mattina con una sola priorità: vincere o avere successo in Premier League. Non devono pensare “ho troppe priorità diverse, farò riposare qualcuno nel fine settimana”. Credo che questa mentalità esista ancora, e voglio che continui così.». «Abbiamo delle divergenze con la FIFA, soprattutto per la mancanza di consultazione con i campionati nazionali», ha spiegato. «Pensiamo che questo debba cambiare. Il calcio domestico deve avere voce in capitolo quando vengono prese decisioni che ne influenzano il futuro.»
Con Uefa c’è confronto, con la Fifa no
Secondo Masters, l’espansione delle competizioni – sia per club che per nazionali – ha già costretto la Premier League a partire una settimana più tardi, eliminare la pausa invernale e chiedere alla FA di rinunciare ai replay di Coppa d’Inghilterra. «Non è stata una scelta nostra», ha aggiunto. «È l’effetto di decisioni prese altrove, da persone che determinano il futuro del calcio senza coinvolgere le leghe.». Masters ha però riconosciuto che la UEFA mantiene un dialogo aperto con le leghe europee: «UEFA consulta le leghe e dialoga direttamente anche con la Premier League. Si sente l’impatto della nostra voce nei risultati finali: non sempre siamo d’accordo, ma almeno il confronto c’è. Con la FIFA, invece, non succede.»
La risposta di Infantino alla Premier: L’aumento delle competizioni dipende dall’Uefa
Nel corso del Consiglio FIFA di giovedì, il presidente Gianni Infantino ha affrontato il tema, dichiarando: «La FIFA continuerà a invitare tutte le parti interessate a un dialogo costruttivo per proteggere i giocatori, trovare il giusto equilibrio tra calcio per club e per nazionali e migliorare il calcio per il futuro.» Le parole di Masters – presidente della Premier – arrivano pochi giorni dopo la pubblicazione del rapporto annuale di FIFPro, che denuncia un carico di lavoro eccessivo per i top player, costretti a disputare troppe partite, con viaggi lunghi e poco tempo per il recupero. La FIFA, però, respinge le accuse, sostenendo che l’aumento degli impegni non dipende da lei, ma anche dall’espansione delle competizioni UEFA e dal numero crescente di amichevoli internazionali organizzate dai club tra una stagione e l’altra, e talvolta persino durante i campionati.