Marotta: «Ronaldo analizzava anche le bottiglie dell’acqua, è un campione anche per questo»
«I club prima compravano i campioni giovani e li tenevano fino a fine carriera, oggi arrivano nella fase calante. I grandi club di Serie A hanno dovuto ricorrere al player trading e alle plusvalenze».

Cm Verona 23/11/2024 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Inter / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta
Il presidente dell’Inter Beppe Marotta è intervenuto alla presentazione del libro “Il calcio del futuro, tra intelligenza artificiale e azioni sostenibili” di Stefano Boldrini, toccando vari temi tra cui lo stadio San Siro e il divario tra Serie A e Premier League.
Le parole di Marotta
«Oggi abbiamo conquistato un posizionamento importante. Possiamo dire che possiamo costruire uno stadio nuovo, che deve rispondere alle esigenze di modernità, nel rispetto dei cittadini, di un senso civico ed etico e di una sostenibilità ambientale. Di più non dico, siamo in una fase burocratica interlocutoria. Ora dovremo procedere all’acquisizione del vecchio San Siro e delle aree limitrofe: a breve, nel mese di novembre, faremo il rogito. In seguito servirà la fase progettuale, nella quale dovrà esserci il rispetto dei criteri a cui facevo riferimento in precedenza».
Si è soffermato poi sulla situazione della Serie A e l’ingaggio di Modric a 40 anni:
«Io vedo in Modric uno spot positivo per il calcio italiano: i nostri figli e nipoti si innamorano vedendo un giocatore simile, magari vogliono ripetere le sue gesta in allenamento. La china del nostro calcio è in discesa, oggi il nostro è un campionato di transizione, non è più l’El Dorado degli anni Duemila, quando avevamo il miglior ranking ed eravamo molto competitivi».
Marotta ha analizzato le problematiche di calciomercato dei club italiani:
«I club prima compravano i campioni giovani e li tenevano fino a fine carriera, oggi arrivano nella fase calante. Noi oggi non siamo in grado di comprare un giocatore del Real Madrid. Guardate Mastantuono, pagato 60-70 milioni di euro: tutte le italiane spendono al massimo 30-35 milioni per un 2006. Il mercato è molto limitante».
Sulle plusvalenze:
«La china è in discesa perché i grandi club della Serie A, Inter, Milan, Juve, Roma, Napoli, Atalanta, hanno dovuto ricorrere al player trading e alle plusvalenze. La vendita dei giocatori prima era una cosa rara, oggi diventa uno strumento caratteristico del bilancio. Senza le plusvalenze né Milan, né Inter né Juventus riuscirebbero a presentare un bilancio adeguato».
Il divario con la Premier League:
«La grande differenza tra l’Italia e l’Inghilterra sta nei diritti tv: valgono quattro volte i nostri, noi arriviamo a 200 milioni e loro arrivano 3 miliardi. L’aspetto economico non ti dà un potere competitivo».
Marotta ha parlato anche della figura degli psicologi per i giocatori:
«Il calcio è simile a un’azienda, una governance che dipende dagli azionisti. Poi è composta da persone che rappresentano tutto lo staff. Noi stiamo rinnovando il centro sportivo di Appiano Gentile, devi immaginare come sarà il calcio tra 15 anni: quali saranno le nuove esigenze? Nel piano dell’Inter ci sono 20 psicologi, dalla Prima squadra ai piccolini. Ho notato come, io che amo la cultura di far crescere l’aspetto mentale, si fa fatica. Viene visto come un medico che deve curarti, manca l’approccio che c’è nei paesi nordici: la figura dello psicologo deve accompagnare anche i bambini, deve essere un atto di fiducia. Approcciare a una realtà che stimola le performance della mente, un aspetto fondamentale per il futuro. Sono tantissimi i profili in una società di calcio, è una vera e propria company. Il core business è sempre lo spettacolo ma per arrivare ad avere uno spettacolo ci sono tantissimi appuntamenti».
Infine, ha raccontato un aneddoto su Cristiano Ronaldo ai tempi della Juventus:
«Ronaldo è diverso dagli altri, analizzava anche le bottiglie dell’acqua e le caratteristiche. Se ancora oggi è un campione è anche per questo. L’algoritmo ti aiuta, ma non è determinante assolutamente».