La Juve ‘porta’ Tudor a lezioni di comunicazione (Gazzetta)
La Rosea online: "In questi giorni il club continuerà il lavoro di sensibilizzazione nei confronti del tecnico, già iniziato dopo la stilettata pre-Como e reso vano dallo sfogo di Madrid, per riportarlo a una comunicazione più consona e serena".

Db Torino 24/08/2025 - campionato di calcio serie A / Juventus-Parma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Igor Tudor
I risultati negativi, ma non solo. Sono ore di riflessione in casa Juventus, dove Igor Tudor sembrerebbe sul filo del rasoio. Ad aggravare la posizione del tecnico croato le dichiarazioni sempre piccate. L’edizione online de La Gazzetta dello Sport si sofferma sull’argomento, riferendo di un lavoro di “sensibilizzazione” avviato dal club bianconero affinché il proprio allenatore possa tornare a “una comunicazione più consona e serena”.
Tudor a “lezioni di comunicazione”, le ultime di Gazzetta
“In primis, fu il calendario. Poi il mercato del Como. Quindi le aspettative. In un climax di dichiarazioni polemiche, dirette e indirette, l’ultimo mese di parole di Igor Tudor è stato caratterizzato da diversi sfoghi. Quello di martedì a Madrid, però, ha sorpreso l’ambiente juventino, perché arrivato al “Bernabeu“, in un tempio del calcio, alla vigilia di una partita di lusso contro il Real Madrid e sotto gli occhi della dirigenza al completo: il dg e ad in pectore Damien Comolli, il Director of Football Strategy Giorgio Chiellini e il dt Francois Modesto. Tanto che il club ha deciso di correre ai ripari, lavorando sulla comunicazione del tecnico”, esordisce Gazzetta.
“E dire che proprio Tudor, dal suo insediamento alle prime uscite di questa stagione, si era dimostrato un elemento capace di caricare l’ambiente. «Io non leggo molto, ma mi dicono che ci danno quarti, quinti o sesti e questo è solo uno stimolo – aveva detto alla vigilia del debutto stagionale contro il Parma -. Da cinque anni la Juventus non arriva prima o seconda e questa non è una bella cosa per il club. Di sicuro un club come questo non parte mai solo per qualificarsi in Champions, poi vediamo che cosa succede». Neanche due mesi dopo, però, a Madrid l’allenatore è arrivato a dire che «se l’analisi è noi siamo la Juve, allora bisogna vincere sempre, non è un’analisi giusta». Quasi un flusso di coscienza quello del croato al “Bernabeu”, che, da una recriminazione all’altra, ha messo in mostra tutto il corollario delle giustificazioni: dagli arbitri (“a Verona ci hanno negato un rigore”, ma la verità è che ne è stato concesso uno dubbio ai gialloblù) al calendario (“da pazzi, se avessimo giocato contro la Cremonese e non contro il Milan, saremmo primi in classifica”). In un atteggiamento che non è tipico di chi allena la Juventus o ne veste la maglia, abituato ad andare oltre ogni ostacolo”, si legge.
“Partito aggressivo, un po’ come la sua squadra sul campo Tudor con il passare delle gare si è spento e ha cambiato registro, con l’obiettivo nobile di proteggere i giocatori e cercare di togliere loro pressioni, ma con la conseguenza, probabilmente, di fornire loro degli alibi. E di sembrare di volersi autoassolvere di fronte alla crisi di risultati. Così, in questi giorni il club continuerà il lavoro di sensibilizzazione nei confronti del tecnico, già iniziato dopo la stilettata pre-Como e reso vano dallo sfogo di Madrid, per riportarlo a una comunicazione più consona e serena. A rendere tesa l’aria della Continassa, d’altronde, bastano già le 7 gare senza vincere”, conclude l’articolo.











