Il Napoli non è neanche la fotocopia della squadra che Conte aveva reso tignosa, cattiva, concentrata e reattiva

Il Corsera: gli olandesi che in tre tocchi sono già a minacciare Milinkovic Savic. Il contropiede è l’arma letale del Psv spietato che aspetta l’errore per andare a colpire.

Napoli

Eindhoven (Olanda) 21/10/2025 - Champions League / PSV Eindhoven-Napoli / foto Imago/Image Sport nella foto: Vanja Milinkovic Savic ONLY ITALY

Il Napoli non è neanche la fotocopia della squadra che Conte aveva reso tignosa, cattiva, concentrata e reattiva

Sprofondo Napoli in Olanda: 6-2 in casa del Psv Eindhoven. Ecco cosa scrive il Corriere della Sera con Monica Scozzafava:

Sei gol una squadra allenata da Conte non li ha mai presi in una partita, il Napoli nella serata più buia riesce a prendersi questo tristissimo record. Sprofonda in un baratro, Conte è lucido: «Certe situazioni non capitano per caso. I nuovi giocatori sono stati troppi, sono troppe le teste. Ecco l’anno complesso di cui ho parlato dall’inizio». Aveva annusato l’aria, Antonio. Da tempo. Distratto e leggero, una squadra che non è neanche la fotocopia del gruppo che Conte aveva reso tignoso, cattivo, concentrato e reattivo.

La squadra s’imbatte nei soliti errori, favorendo gli olandesi che in tre tocchi sono già a minacciare Milinkovic Savic. Il contropiede è l’arma letale del Psv spietato che aspetta l’errore per andare a colpire. Il copione si ripete: è dall’inizio della stagione che il Napoli spreca il palleggio, rende vana la forza dell’attacco con blackout difensivi.  

Chi ha fatto la campagna acquisti del Napoli? È Conte che ha voluto Beukema, Lucca, Lang e pure De Bruyne? (il Napolista – Guido Trombetti)

Che tristezza. E che umiliazione. Perdere ci può stare. Ma la resa incondizionata è una vergogna. E la cosa più preoccupante è l’atteggiamento di Conte che è sembrato rassegnato in panchina. Dove era il guerriero indemoniato che siamo abituati a vedere a bordo campo? Evidentemente ha colto che il naufragio era inevitabile.

Certamente tutto può accadere e magari il Napoli reagirà infilando un filotto di successi. Ma qui dobbiamo giudicare l’oggi. E l’oggi è catastrofico. Sappiamo che il tecnico (come ha esplicitamente detto) ha scelto di cambiare impostazione. Optando per un modello di gioco più “europeo”. Una squadra più alta. La conseguenza sventurata è stata che la squadra ha perso una certezza: la solidità della fase difensiva.

In più la squadra appare sfilacciata quasi che ognuno giocasse per sé. E in evidente difficoltà atletica se è vero come è vero che gli azzurri sono arrivati sempre in ritardo sulle seconde palle.

A mio parere volendo trarre una conclusione, sia pur provvisoria, ne risulta una clamorosa bocciatura: ed è quella della campagna acquisti. Marianucci è un giovane prospetto. Beukema una delusione, costato una trentina di milioni. Lucca, costato una quarantina di milioni, purtroppo, pur giocando meglio che a Torino, continua a mostrare limiti tecnici. Lang, costato anche lui una trentina di milioni, deve…imparare. E non si poteva prendere uno “già imparato”? E per finire De Bruyne che doveva essere l’uomo in più, e invece cammina e non si capisce che cosa debba e possa fare. E qui nasce una grande curiosità. Chi ha scelto i nuovi calciatori? Chi si assume la responsabilità di una campagna acquisti estremamente dispendiosa ma confusa, incompleta e (almeno fino ad oggi) deludente? Sono sicuro che le mie domande resteranno senza risposta. La comunicazione nel mondo del calcio è un continuo ricorrere a espressioni criptiche e bizantine. Questo è il primo vero momento complicato per il tecnico. Il cui grande valore certamente non si discute. E allora? “Occorre fare degli ostacoli che incontriamo dei punti di partenza” diceva Marin Luther King.

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