Djokovic e la “frecciatina” ad Alcaraz: «Si gioca troppo? Però poi partecipate alle esibizioni…»

In conferenza: «I giocatori non sono abbastanza uniti. Dopo essersi lamentati se ne vanno, parlano solo per suscitare un po' di attenzione». Alcaraz aveva recentemente polemizzato sul calendario troppo fitto.

Djokovic

Serbia's Novak Djokovic wipes his face with a towel as he palys against Spain's Carlos Alcaraz during their men's singles final tennis match on the fourteenth day of the 2024 Wimbledon Championships at The All England Lawn Tennis and Croquet Club in Wimbledon, southwest London, on July 14, 2024. (Photo by ANDREJ ISAKOVIC / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE

Novak Djokovic sta attualmente giocando il Master 1000 di Shangai e, in conferenza stampa, ha parlato del calendario troppo fitto di partite e delle polemiche di Carlos Alcaraz in merito.

Djokovic: «I tennisti non sono abbastanza uniti. Troppi impegni? Non cambierà nulla se se ne parla solo»

Le dichiarazioni del tennista serbo riportate dal Corriere dello Sport sulle nuove regole dei Master 1000 spalmati in 12 giorni:

«Fin dall’inizio sono stato contrario, anzi già quando ero nel consiglio dei giocatori non l’avevo appoggiata. Penso che per noi tennisti non sia una buona cosa perché occupa giorni nel calendario. Capisco che ci siano dei lati positivi, ma a me non è mai piaciuta. E lo dico nonostante alla mia età sia positivo avere un giorno di riposo tra un match e l’altro».

«Anche se qualche giocatore si lamenta dell’imposizione di alcune regole, la verità è che si possono fare ancora delle scelte. Ovviamente se non giochi rischi di perdere un bonus economico, ma è il prezzo da pagare se vuoi giocare meno. E poi è un po’ contraddittorio perché ci sono dei giocatori che partecipano alle esibizioni. Si tratta di un argomento molto complesso, quindi non voglio schierarmi da una parte o dall’altra. La verità è che ci sono diversi elementi da considerare e logicamente ognuno cerca di fare il proprio interesse. Essendo stato nel circuito per oltre 20 anni, mi sento di dire che i giocatori non sono abbastanza uniti. Dopo essersi lamentati se ne vanno, ma poi a un certo punto ritornano. Non cambierà nulla se ci si limiterà a parlarne solamente per suscitare un po’ di attenzione».

Correlate