De Bruyne è il principe di Galles: con due gol (su rigore) guida il Belgio alla rimonta: 4-2 a Cardiff
Il giornale belga Sporza: Kdb è il traduttore tra due generazioni: quella che aveva sognato la gloria con Hazard e Lukaku, e quella che ora sta venendo fuori

Belgium's midfielder #07 Kevin De Bruyne celebrates after scoring Belgium's fourth goal during the FIFA World Cup 2026 Group J European qualification football match between Belgium and Wales at the King Baudouin Stadium in Brussels, on June 9, 2025. (Photo by NICOLAS TUCAT / AFP)
Nel cuore di Cardiff, dove il Galles aveva promesso battaglia, risuona il nome di Kevin De Bruyne. Il Belgio ha vinto 4-2, ma il risultato racconta solo una parte della storia. L’altra è scritta nei piedi e nello sguardo del suo capitano, tornato a essere il centro di gravità permanente dei Red Devils. Eppure non era cominciata bene. Dopo appena otto minuti, Rodon punisce una difesa distratta, e il Galles passa in vantaggio. Il Belgio, inizialmente stordito, vacilla tra le linee, prigioniero di un pressing feroce e della confusione tattica. Poi, come spesso accade con le squadre che hanno un leader vero, la scintilla è arrivata da chi doveva accenderla: De Bruyne. La partita di Sporza.be
I gol di Kevin De Bruyne
Minuto 18: il rigore. Il Var conferma il fallo di mano gallese, e Kevin si presenta sul dischetto. Silenzio, due respiri, poi un tiro chirurgico nell’angolo basso sinistro. 1-1. Non esulta in modo eccessivo: uno sguardo ai compagni, un gesto della mano, quasi a dire “calma, adesso si gioca come si deve”. Da quel momento il Belgio cambia volto. Nel secondo tempo, il Galles si illude ancora di poter rientrare, ma il Belgio ormai gioca sulle corde del suo capitano. Doku si muove, Trossard si accende, ma tutto ruota attorno a Kevin. Ogni tocco è geometria e visione, ogni scelta è dettata da una lucidità che pochi al mondo possiedono. Minuto 76. Ancora un rigore, ancora De Bruyne. Stavolta la rincorsa è più breve, il tiro più deciso. Il pallone si infila nello stesso angolo, come un marchio di fabbrica. 1-3. È la doppietta che suggella una prestazione totale, fatta non solo di gol ma di controllo emotivo, di leadership calma, di continuità. Poi, al minuto 81, Rudi Garcia lo richiama in panchina. Un cambio gestionale, certo, ma anche simbolico: la missione è compiuta, e il Belgio può respirare. Da lì in poi, nonostante il gol del 2-3 gallese, la chiude Trossard nel recupero, con un tap-in liberatorio (2-4).
Atto di rifondazione nel segno di Kevin
Per i Diavoli Rossi, questa vittoria non è solo un passo avanti verso i playoff o verso la tranquillità del girone. È un atto di rifondazione sotto il segno del suo leader. In un gruppo che mescola veterani e nuove leve — da Doku a De Ketelaere, da Onana a Raskin — la figura di De Bruyne resta imprescindibile. È lui il traduttore tra due generazioni: quella che aveva sognato la gloria con Hazard e Lukaku, e quella che ora cresce con altre ambizioni ma lo stesso talento.