Ancora (l’ex nutrizionista) scagiona Conte: «Infortuni frutto di una combinazione casuale assurda»

A Kkn: «Non è il primo anno che lo staff di Conte affronta più partite in una settimana. Non farei giocare le partite oltre le 18. I calciatori devono avere la possibilità di recuperare e riposare»

nutrizionista Tiberio Ancora

Tiberio Ancora nutrizionista del Napoli

In casa Napoli, uno dei principali temi del momento continua ad essere chiaramente quello dei tanti infortuni muscolari accusati dai calciatori azzurri. Stavolta, a soffermarsi sull’argomento è un personaggio che ben conosce l’ambiente partenopeo e i metodi adottati dallo staff di Conte (ne ha fatto fino a qualche settimana fa). Ci riferiamo a Tiberio Ancora, ex nutrizionista e personal trainer della squadra campione d’Italia. Secondo il 59enne, il Napoli sarebbe semplicemente vittima di una “combinazione casuale assurda”.

Le parole di Tiberio Ancora

«Se per De Bruyne hanno valutato l’opzione dell’operazione credo sia la soluzione migliore. Il dottore Canonico è tra i numeri uno in Europa e, se ha scelto questa strada, allora è la migliore per farlo tornare in forma. De Bruyne stava entrando nella migliore forma e mi dispiace molto, da quando è arrivato a Napoli si è sempre messo in discussione cercando di migliorarsi e ci stava anche riuscendo», ha esordito Ancora ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli. E in merito ai tempi di recupero del belga, ha osservato: «Lo vedremo in campo non prima di gennaio. Per una lesione meno grave ci vogliono almeno due mesi, figuriamoci per una di alto grado. Quando si adotta un programma di riabilitazione bisogna stare attenti perché poi si rischia facilmente di compromettere tutto».

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Ancora è poi entrato nel merito dei tanti infortuni accusati del Napoli. E l’ha fatto scagionando Conte e i suoi assistenti da qualsiasi particolare responsabilità: «Non è il primo anno che lo staff di Conte affronta più partite in una settimana e c’è un protocollo, quello che sta accadendo è frutto di una combinazione casuale assurda, purtroppo sono cose che succedono. Delle volte la casualità determina un fattore negativo. Non farei giocare le partite oltre le 18, si torna sempre tardi a casa e il recupero diventa difficile. I calciatori devono avere la possibilità di recuperare e riposare a maggior ragione quando, in settimana, ci sono più impegni. Il corpo umano è fatto per giocare 30-35 partite l’anno, non 60».

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