Marotta: «In Italia non esiste la cultura della sconfitta. La Serie A ha un unico campione, Modric, arrivato a 40 anni»
Oggi ha ricevuto la laurea honoris causa in Marketing e Mercati Globali presso l’Università di Milano Bicocca: «Abbiamo un grande problema di stadi in Italia e anche di spettacolo. Il nostro prodotto è diminuito come valore»

Db Monza 07/08/2024 - amichevole / Inter-Al Ittihad / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta
Nella giornata di oggi il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, ha ricevuto la laurea honoris causa in Marketing e Mercati Globali presso l’Università di Milano Bicocca. Durante e a margine della cerimonia, ha rilasciato alcune dichiarazioni soffermandosi anche sulle principali vicende legate al calcio italiano.
Le parole di Marotta
«Questo riconoscimento è unico e indimenticabile, la mia è una storia di semplicità segnata dalla passione, lo dedico a tutti i miei presidenti e a tutti i lavoratori che hanno collaborato con me. Avrei voluto laurearmi da giovane, ma dopo il liceo classico ho iniziato a lavorare subito nel calcio. Il lavoro mi ha tolto, quindi, la possibilità di arrivare a una laurea con un percorso normale, ma lo stesso lavoro oggi mi dà la possibilità di arrivarci in un altro modo», ha detto Marotta.
«È importante che nello sport si voglia arrivare primi, non è arroganza ma ambizione. Tanti colleghi non lo dicono, io sì: sono sempre voluto arrivare primo. Ma conta anche la perseveranza: letta bene la finale di Champions raggiunta con l’Inter, significa comunque aver ottenuto un grande risultato, ma in Italia non esiste la cultura della sconfitta…», ha aggiunto il numero uno nerazzurro.
Sul calcio italiano in generale:
«Abbiamo un grande problema di stadi in Italia e anche di spettacolo che deve essere sempre di qualità. Oggi il nostro prodotto è diminuito come valore. Il nostro è un campionato di transizione in cui purtroppo i giocatori sono di passaggio. Oggi in Serie A abbiamo un giocatore che secondo me è un vero campione ovvero Luka Modric che però è arrivato in Serie A a 40 anni».
Leggi anche: Chiellini: «Onestamente non so come il calcio italiano possa risollevarsi, avevamo tre semifinaliste in Champions»
Sull’esperienza alla Juventus e sulla questione San Siro: «Nel 2010 ho partecipato all’inaugurazione dello Juventus Stadium. Nel 2011 ci fu l’abbandono dello Stadio Olimpico. E guarda caso in 7 anni vincemmo 7 scudetti consecutivi. Uno stadio moderno che rispondeva a tutti i requisiti e alle esigenze del tifoso. Il tifoso deve riconoscere lo stadio come una sua casa ospitale con i servizi più moderni. Oggi quella struttura di Torino garantisce futuro al club. Non entro nel merito dettagliatamente oggi su quanto sta accadendo a Milano per la vicenda stadio. La città ha bisogno di uno stadio moderno e nuovo. In questo momento siamo fuori dalle città candidate per Euro 2032. Auspico che non ci siano preclusioni, sia Inter che Milan garantiscono trasparenza».