Il ritorno tardivo al Camp Nou può portare gravi problemi finanziari al Barcellona (El Paìs)
La situazione sta iniziando a mettere a repentaglio gli impegni contrattuali del club con investitori e sponsor. Come quello con Spotify che fino a quando lo stadio non sarà operativo pagherà 5 milioni anziché 20

A general view shows the construction site of the Camp Nou Stadium in Barcelona on May 23, 2025. (Photo by Josep LAGO / AFP)
Il ritorno del Barcellona al Camp Nou è posticipato a data da destinarsi. La sfida di domenica col Valencia si disputerà alla Johan Cruyff con la capienza di 6mila spettatori. I catalani non giocano nel loro impianto ormai da due anni e mezzo. Questi ritardi, a lungo andare, potrebbero portare anche diversi problemi finanziarsi al club.
Barcellona, il ritorno posticipato al Camp Nou porta anche problemi finanziari
El Paìs scrive:
“Il ritardo del ritorno al Camp Nou non solo preoccupa soci, tifosi e giocatori, ma incide anche sulla delicata situazione finanziaria del Barcellona. Ieri, il club blaugrana ha annunciato che la partita contro il Valencia si giocherà allo stadio Johan Cruyff che ha una capienza di 6.000 spettatori”.
Non si vede la luce in fondo al tunnel. Secondo quanto commentato da Elena Fort, vicepresidente del club, non c’è ancora una data di ritorno. Sono tutti in attesa di nuovi sviluppi i cui tempi sono indefiniti. El Paìs prosegue:
“Il piano originale era di tornare al Camp Nou lo scorso novembre per celebrare il 125° anniversario del club. Non è successo. Poi, si è parlato del fatto che la squadra di Hansi Flick avrebbe concluso la scorsa stagione giocando nel proprio storico stadio. Non è successo. Era stato persino annunciato con grande clamore la disputa del Trofeo Gamper contro il Como. E niente. Ora un altro rinvio per la prima gara casalinga della stagione. La situazione sta iniziando a mettere a repentaglio gli impegni contrattuali del Barça con investitori e sponsor. Questo li costringe ad accelerare il ritorno al Camp Nou“.
Gravi problemi finanziari in vista?
Sono vari gli obblighi contrattuali. E non avere gli introiti dal proprio storico impianto è sicuramente una cattiva notizia per le finanze del Barcellona. El Paìs sottolinea:
“Ci sono vari obblighi contrattuali. Il club ha garantito che tutti i palchi Vip tra il secondo e il terzo anello sarebbero stati pronti entro il 1° gennaio 2026. Il problema è che la costruzione del terzo anello non è ancora iniziata, costringendo il Barça a rinegoziare questa clausola per evitare una penalità. Il problema non riguarda solo i creditori, ma anche i partner commerciali e strategici del club. Anche il contratto con Spotify, ad esempio, il partner che dà il nome allo stadio, è soggetto a scadenze. Durante la costruzione, l’azienda versa solo cinque milioni di euro all’anno. Si prevedeva che questa cifra sarebbe quadruplicata, fino a 20 milioni, una volta che il Camp Nou fosse stato inaugurato e reso operativo. Ma ad oggi niente da fare”.
I vertici del club sono ottimisti
I vertici del club, se da un lato non hanno una data certa per il rientro al Camp Nou dall’altro continuano a manifestare ottimismo con dichiarazioni che non mostrano nessun tipo di preoccupazione. Questo quanto riferito da Elena Fort e riportato da El Paìs:
«Lo stadio è finito, o quasi finito, è bellissimo. Ricordiamoci che stiamo parlando della prima fase: il primo e il secondo anello, che non si vedono dall’esterno. Volevamo aspettare fino alla fine per vedere se potevamo tornare al Camp Nou già contro il Valencia. Non ce l’abbiamo fatta, ma presto ci sarà l’ok. Per ora abbiamo deciso di andare al Johan Cruyff».
El Paìs conclude:
“Per poter risolvere questi problemi finanziari non sarà sufficiente tornare a giocare con la capienza limitata a 27mila spettatori come da alcuni indicato. Il Camp Nou dovrà essere aperto ad un minimo di 94.500 tifosi e il 90% delle sue attività commerciali operative. L’accordo con Spotify fissa anche il 1° luglio 2026 come termine ultimo per il ritorno effettivo. In caso contrario, Spotify continuerà a pagare solo cinque milioni di dollari fino al luglio 2028. E, oltre tale soglia, se lo stadio del Barcellona non dovesse ancora soddisfare i requisiti di apertura, la società svedese potrebbe recedere unilateralmente il contratto”.
Leggi anche: Il Camp Nou non è pronto nemmeno per Barcellona-Valencia, è chiuso da due anni e mezzo (SoFoot)
“Insomma ogni ritardo non solo posticipa i festeggiamenti per il ritorno al Camp Nou, ma può anche causare danni finanziari al club, che ha fretta di tornare a casa”.