Carraro: «Il Napoli rischiava di sparire, nessuno lo prendeva, poi arrivò De Laurentiis. Da allora dopo il Milan tifo Napoli»

Alla Gazzetta racconta del periodo di calciopoli: «Anche il presidente della Repubblica Ciampi chiedeva spiegazioni sul Napoli che stava fallendo era un dramma»

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Former president of the FIGC, Franco Carraro ( 2nd-L), Napoli soccer team President Aurelio De Laurentiis (C) and Owner and President of Italian Serie A football club SS Lazio Rome and Italian entrepreneur Claudio Lotito arrive at the Duomo cathedral in Milan on June 14, 2023 for the state funeral of Italy's former prime minister and media mogul Silvio Berlusconi. (Photo by PIERO CRUCIATTI / AFP)

La Gazzetta dello Sport intervista oggi Franco Carraro, tra le altre cose ex presidente del Coni e della Figc che ha vissuto gli anni di calciopoli

Dormiva bene anche durante Calciopoli?

«No, mi faceva male l’idea che la gente mettesse in dubbio la mia onestà. È un pensiero che mi fa soffrire anche oggi, nonostante sia stato assolto da tutto. Ma c’è altro: mi resta l’amarezza di aver capito che tutto è nato da un mio grande errore politico. Nel 2004 pensai che Bergamo e Pairetto non potevano più essere designatori arbitrali, certe posizioni ogni tanto vanno cambiate. Chiamai Collina che avrebbe smesso l’anno dopo offrendogli il posto, rifiutò per continuare ad arbitrare. Non feci più nulla. Anni dopo, in una trasmissione di History Channel su Calciopoli, scoprii che Collina l’aveva detto a Meani (all’epoca addetto agli arbitri del Milan, ndr), Meani lo aveva riferito ai confermati Bergamo e Pairetto e i due a quel punto pensarono di sopravvivere appoggiandosi a Moggi. Ho sbagliato, avrei dovuto cambiarli comunque. Ma ero preso da due problemi serissimi: la brutta eliminazione dell’Europeo e il Napoli che rischiava di sparire, un argomento su cui anche il presidente della Repubblica Ciampi chiedeva spiegazioni. Non trovavamo nessuno che lo prendesse, era un dramma! Poi arrivò De Laurentiis... Da allora dopo il Milan tifo Napoli».

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Torniamo a quel 2006.

«È un bene ci sia stata un’indagine e che siano state punite le squadre responsabili. Gli scudetti andavano tolti alla Juve perché i suoi dirigenti avevano fatto degli errori, ma quello 2005/2006 non andava dato all’Inter, dovevano rimanere entrambi non assegnati come nella tradizione della Federcalcio».

Parliamo del presente della Nazionale?

«Non voglio nemmeno pensare a un’altra mancata qualificazione. Ce la faremo. Il fatto è che ormai tutto il calcio è strutturato contro le nazionali, si gioca sempre e in quei pochi giorni bisogna creare un’alchimia che non so dire per quali ragioni scatti o meno. All’Europeo del 2021 c’era e in quel caso potrebbe avere un nome: Gianluca Vialli. Su di lui devo rivelarvi una cosa».

Prego.

«Ho un’opinione straordinaria di Vialli e gli sono grato perché, al contrario di altri, ha mantenuto il massimo riserbo su un nostro incontro dell’ottobre 2002: dopo l’infausto Mondiale in Corea e Giappone, il Trap era partito malissimo nelle qualificazioni per l’Europeo. Parlando con Giraudo venne fuori che Vialli sarebbe stato disponibile ad allenare la Nazionale. Andai a incontrarlo a Torino, purtroppo non c’erano le condizioni. Nessuno lo hamai saputo, è stato un uomo vero».

 

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