Bryan Robson: «Per vendermi alla Juve chiesero più soldi che per Maradona. Pazzi»
L'intervista del mito United al Telegraph: "Se giocassi oggi guadagnerei 500.000 sterline a settimana. Io e mia moglie ci divertiremmo un mondo a spenderli"

Former Manchester United and England captain, Bryan Robson, speaks to the media upon arrival to attend the World Premiere of ROBBO: The Bryan Robson Story, in Manchester, northern England on November 25, 2021. (Photo by Lindsey Parnaby / AFP)
Quarant’anni fa, Bryan Robson era probabilmente il miglior centrocampista d’Europa, scrive il Telegraph. Che poi si pone il problema di “come spiegare Robson giocatore a chi è troppo giovane per averlo visto”: “Semplicemente il miglior centrocampista centrale britannico in un’epoca in cui c’erano molti contendenti. Un giocatore con una tale gamma di qualità che nessuna delle definizioni moderne gli rende giustizia. Un goleador, un placcatore, un creatore di idee, un leader, una forza vitale irrefrenabile. Tra tutti i talentuosi giocatori dello United dell’era Ron Atkinson, Robson era il più grande”.
E infatti lui stesso riparametrandosi al mercato attuale ammette dice: “Non importa quanto costerei. Ma Guadagnerei 500.000 sterline a settimana! Io e mia moglie ci divertiremmo un mondo a spenderli”.
All’inizio della stagione 1985-86, Robson aveva 28 anni e “aveva rifiutato le offerte dei colossi finanziari della Serie A. Dopo la sua straordinaria prestazione contro il Barcellona di Diego Maradona in Coppa delle Coppe all’Old Trafford nel marzo 1984, annunciò che non sarebbe andato al Milan. Anche la Sampdoria era interessata. Ma fu la Juventus, vincitrice della finale di Coppa dei Campioni del disastroso stadio Heysel nel maggio 1985, a fare l’offerta più alta: 2,2 milioni di sterline. Martin Edwards, il presidente dello United, ne voleva 3 – e in seguito si sarebbe scoperto che incassava una percentuale su tutti i compensi. Non illegale, ma anche poco gradito ai tifosi”.
“Gli dissi, a Edwards: non prenderai 3 milioni di sterline quando Maradona è andato al Barcellona per meno”, racconta Robson. “Avrei guadagnato il triplo di quello che guadagnavo allo United. Guadagnavo 110.000 sterline all’anno allo United. La Juve mi offriva 300.000 sterline”.
“Edwards anticipando il moderno modello di reclutamento del Chelsea, offrì a Robson un contratto di sette anni. Con le loro due figlie piccole che studiavano a Manchester, Robson e sua moglie Denise decisero di restare”, continua il Telegraph.
Poi il calcio inglese fu squalificato dalle coppe europee per gli hooligans, e lui si infortunò gravemente a Wembley. “Se non si fosse infortunato e non fosse stato squalificato dalla Uefa – continua il Telegraph – Robson sarebbe sicuramente stato un candidato al Pallone d’Oro. “Prima dell’infortunio di Robson, lo United sembrava imbattibile. Dopo la sua assenza, è possibile seguire il declino”.
“I giocatori dello United erano molto fedeli al fisioterapista di lunga data dell’epoca, Jim McGregor, ma Robson sorride ricordando le strutture mediche dell’epoca. Due lettini per i trattamenti, un ecografo, tanti bagni freddi e nient’altro. Al campo di allenamento Cliff di Salford c’era un solo campo, utilizzato anche dalle riserve e dalle squadre giovanili. Un’altra area utilizzata per i tiri era chiamata “Wembley” dai giocatori. Era perché la superficie era così buona? “No”, dice Robson, “perché era così schifosa!””.