Allegri e Conte, il pragmatico aziendalista contro il fastidioso incontentabile: solo Trap ha vinto più campionati di loro
Il Giornale: si ritrovano contro dodici anni dopo. Gli scontri diretti sono cinque a uno per Conte che sa essere fastidioso come un riccio nelle mutande ma funziona

AC Milan's coach Massimiliano Allegri (L) and Juventus' coach Antonio Conte are pictured during the Serie A football match Juventus vs AC Milan on October 6, 2013 in Turin. AFP PHOTO / ALBERTO LINGRIA (Photo by ALBERTO LINGRIA / AFP)
Allegri e Conte, il pragmatico aziendalista contro il fastidioso incontentabile: solo Trap ha vinto più campionati di loro
Domenica sera si giocherà Milan-Napoli, che è anche Allegri contro Conte. Ne scrive Il Giornale con Gianni Visnadi.
Uguali per come vincono, diversi per come parlano: il pragmatico Allegri sa farsi acqua per prendere la forma di chi lo paga, mentre l’incontentabile Conte a volte può essere fastidioso quanto un riccio nelle mutande. Strano ma vero, i due allenatori italiani più vincenti fra quelli in attività, domenica si ritrovano a 12 anni dall’ultima volta.
Il Giornale ricorda che negli scontri diretti sono cinque a uno per Conte, con due pareggi. E che l’ultima volta – dodici anni fa – pure ha vinto Conte (3-2 della Juventus sul Milan).
Nella storia del calcio italiano, solo il mitico Trap (7) ha vinto più campionati di loro: Allegri 6 e Conte 5, cui può sommare quello prestigioso col Chelsea (ma se aggiungiamo l’estero, il Trap domina, avendo vinto anche in Germania, Portogallo e Austria: infinito Trap). Conte il rivoluzionario che ha ricostruito la Juventus, rifatto vincere l’Inter e restaurato il Napoli; Allegri il gestore che da lui ha ereditato e allungato la vita al ciclo della Juventus e che il Milan ha richiamato dopo un anno di nulla per restituirsi un’immagine, prima ancora che una classifica.
Allegri e Conte, due stili diversi
Un aziendalista, soprattutto un pragmatico, cui forse ha paradossalmente dato una mano la sconfitta nel debutto contro la Cremonese. Chissà se altrimenti lo avrebbero accontentato su Rabiot
L’incontentabile Conte, mille spigoli per altrettante vittorie, a un mese dallo scudetto parlava di Napoli come di una città in cui certe cose non sono possibili (senza specificare bene quali). Un modo per costruirsi un alibi e zoomare sui suoi meriti. E così dopo la sofferta vittoria sul Pisa, pur sempre la quarta in 4 partite, ha ridimensionato gl’investimenti estivi di ADL, che ha aggiunto circa 180 milioni di calciatori, più De Bruyne a parametro zero, a una rosa già vincente, negando che il suo club abbia fatto un grande mercato. «Mica abbiamo preso giocatori da 60 milioni, ne abbiamo comprati 9, fate un po’ voi i conti…». Che dire? Vince sempre lui.