Milinkovic-Savic: «Non mi sento né il numero uno né il numero due. È più facile parare in una squadra che subisce più tiri»
A Castel di Sangro: «Tra me e Meret sarà sicuramente una bella sfida. Non sono scaramantico. Conte mi ha scelto per i miei lanci? È una domanda per lui»

Dc Castel di Sangro 03/08/2025 - amichevole / Napoli-Brest / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Vanja Milinkovic-Savic
Oggi, 5 agosto, in occasione della sua presentazione ufficiale, Vanja Milinkovic-Savic: ha incontrato la stampa rispondendo con disponibilità e ironia alle domande dei giornalisti, parlando del gruppo, del lavoro e dell’emozione di questa nuova avventura.
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Quanto ha inciso nella scelta del Napoli la possibilità di giocare la Champions?
«Sarà una bella sfida per me, è stata molto importante, sarà sicuramente una bellissima esperienza non avendola mai fatta».
Hai già legato con qualche compagno di squadra?
«No, direi che non c’è qualcuno in particolare con cui mi sono legato, ma dal primo giorno ho trovato un gruppo molto aperto. Mi sono sentito subito il benvenuto. È stato facile inserirmi, davvero un bel gruppo di ragazzi, tutti con un buon cuore».
Milinkovic-Savic è un para rigori, avrà dato qualche consiglio ai suoi nuovi compagni?
«Non abbiamo ancora parlato di questo. Tra me e Alex sarà sicuramente una bella sfida».
Qual’è la parata più bella della carriera?
«Il rigore parato a Pulisic»
Quanto ha inciso la presenza di Conte? Ha chiesto qualcosa in particolare?
«Da quando sono arrivato mi ha solo chiesto di lavorare tanto, come tutti gli altri. Di altro non siamo ancora riusciti a parlare. Sicuramente quando ti chiama un allenatore come Conte, è difficilissimo dire di no».
Si sente il secondo portiere del Napoli o ha avuto rassicurazioni sul minutaggio?
«Non mi sento né il numero uno né il numero due. Sono venuto qui a lavorare ed essere a disposizione della squadra e del mister, poi la scelta la farà il mister».
Perché ha scelto Napoli?
«Scelgo Napoli perché è la squadra campione d’Italia»
Un pregio e un difetto di Milinkovic-Savic:
«Non mi analizzo tanto, non mi piace neanche tanto parlare di me. Lo lascio fare a voi».
Chi era il tuo idolo da bambino?
«A Torino avevo già detto che sono cresciuto guardando i video di Abbiati. Se mi chiedete, non lo so. Ma sono andato avanti così».
Da ex attaccante, le fa un certo effetto giocare oggi accanto a un talento come Kevin De Bruyne? Ha mai pensato che con i suoi passaggi, là davanti, avrebbe potuto segnare ancora di più?
«Per adesso ho solo pensato di fare bene in allenamento e di metterlo nelle migliori condizioni possibili per non far segnare».
Forse Conte ti ha scelto pure perché sei bravo nei lanci non solo con i piedi, ma anche con le mani?
«Non lo so. E’ una domanda per lui, forse. A me interessa solo che il pallone arrivi lì dove ho immaginato che arrivi».
Arriva nella difesa migliore dell’ultima stagione:
«Mi faranno solo un favore (sorride, ndr). Non sento pressione. Sarà solo un piacere in più».
Cosa fai nel tempo libero?
«Gioco con il mio cane. Vedo gli amici, sto in famiglia. Non pratico altri sport oltre al calcio».
Ancora sul dualismo con Meret:
«Ci ritroviamo qui, mi farà solo piacere lavorare con lui. E’ un ottimo portiere ed un bravo ragazzo».
Ma Milinkovic-Savic si taglierebbe la barba in caso di scudetto?
«Non credo. Ma se mi dici che la devo tagliare per uno scudetto, va bene. La Champions? Mi taglio il braccio! (ride, ndr)».
Sei scaramantico?
«No, io zero. Non sono scaramantico»
C’è differenza tra una squadra da metà classifica e una che lotta per lo scudetto?
«Rispetto al Torino è un gioco completamente differente. E’ facile quando subisci 12-15 tiri a partita, mentre in una squadra di questo livello è diverso».