La Uefa di Ceferin versa oltre 10 milioni in fondi di “solidarietà” alla Russia, zero invece ai club ucraini

Scoop del Guardian. Cinque club ucraini scrivono a Ceferin, sono stati esclusi perché impegnati in zona di guerra. A dir poco surreale, se non fosse gravissimo

Ceferin Uefa Juventus

Mg Londra (Inghilterra) 06/07/2021 - Euro 2020 / Italia-Spagna / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Aleksander Ceferin

La Uefa avrebbe versato oltre 10,8 milioni di euro in fondi di “solidarietà” ai club calcistici russi da quando è stato loro vietato di partecipare alle competizioni europee, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte del Cremlino. A rivelarlo è il Guardian, che dedica all’argomento un lungo focus. Ve ne riportiamo un estratto.

Club russi finanziati dalla Uefa: la rivelazione del Guardian

“I pagamenti sono stati effettuati nonostante cinque club ucraini non abbiano ricevuto alcun fondo. Presumibilmente perché si trovano in una ‘zona di operazioni militari'”, si legge.

“I pagamenti di solidarietà vengono generalmente erogati ai club che non riescono a ottenere risultati sufficientemente buoni a livello nazionale per accedere alle competizioni europee. Secondo la Uefa, sono progettati per “mantenere l’equilibrio competitivo nelle massime divisioni europee alla luce delle entrate aggiuntive che alcuni club ricevono attraverso la partecipazione alle competizioni europee”. Ai club russi e alla nazionale russa è stato vietato di partecipare alle competizioni internazionali da quando Vladimir Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022. Nonostante il divieto, la Uefa ha versato 3.305.000 euro in pagamenti di solidarietà alla federazione calcistica russa nel 2022-23, altri 3.381.000 euro nel 2023-24 e 4.224.000 euro per la stagione 2024-25″, sottolinea il Guardian.

La stessa testata riferisce che in Ucraina – giustamente – non l’hanno presa bene. “Il 27 luglio i dirigenti di cinque club ucraini hanno scritto al presidente della Uefa, Aleksander Čeferin, per lamentare una “situazione straordinaria” in cui i loro pagamenti di solidarietà” per il 2023-24 e il 2024-25 non sono stati erogati. Le squadre interessate sono Chornomorets e Real Pharma, con sede a Odessa. Il Metalurg di Zaporizhzhia. Il Phoenix di Mariupol, città portuale meridionale occupata. Il Metalist 1925 di Kharkiv.

I dirigenti dei club hanno scritto: “A seguito delle nostre comunicazioni sia con la federazione nazionale che con i funzionari della Uefa, siamo stati informati che l’ostacolo ai pagamenti di cui sopra è costituito da alcuni requisiti completamente poco chiari di una banca in Svizzera, presumibilmente correlati alla posizione geografica delle squadre di calcio nella ‘zona di guerra’. Non abbiamo ricevuto informazioni più dettagliate né alcuna giustificazione legale per queste restrizioni sui pagamenti. La formulazione utilizzata in relazione alla “zona di operazioni militari” ci è completamente poco chiara e non corrisponde alla realtà. La zona di operazioni militari, o meglio la zona di aggressione militare della Russia, non è una regione specifica del nostro Paese, ma l’intera Ucraina.” La città portuale di Mariupol e parti della regione di Zaporizhia, nell’Ucraina sud-orientale, sono occupate, ma non è il caso di Odessa, a sud, né di Kharkiv, a nord-est”, continua il Guardian.

“La lettera a Čeferin continua: “Molti tifosi ucraini sono andati al fronte fin dai primi giorni delle aggressioni, molti di loro purtroppo non potranno mai sostenere le loro squadre allo stadio, essendo morti”. Un portavoce della Uefa ha inizialmente annunciato che avrebbe rilasciato una dichiarazione per spiegare i mancati pagamenti. Ma poi non ha fornito alcuna risposta”, sottolinea il Guardian.

Il ruolo di Polina Yumasheva

La Russia – ricorda il Guardian – ha mantenuto la sua presenza all’interno della Uefa in quanto la sua federazione non è stata sospesa. E in tal senso, il Guardian ricorda anche che “Polina Yumasheva, ex moglie dell’industriale prediletto del Cremlino, l’oligarca miliardario Oleg Deripaska, fa parte del comitato di governance e conformità della Uefa. È figlia di un ex consigliere di Putin”.

Non è difficile, allora, immaginare perché “la Uefa abbia anche tentato di reintrodurre la nazionale Under 17 russa nel calcio internazionale nel 2023” senza però riuscirci: “la proposta è stata ritirata dopo che una dozzina di federazioni nazionali, tra cui quella inglese, hanno espresso pubblicamente la loro opposizione”, racconta il Guardian.

Tornando alle rimostranze degli ucraini, la nota testata riferisce che lo scorso marzo n una lettera “il comitato esecutivo della federazione calcistica ucraina si è lamentato del fatto che ai club russi venissero assegnati punti per il ranking Uefa in ogni stagione di sospensione”, indebolendo l’impatto della sospensione internazionale.

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