Juan Jesus, in ritiro azzurro a Castel di Sangro, lancia un messaggio chiaro: «Quest’anno abbiamo l’obbligo di difendere lo scudetto che abbiamo sul petto». Intervenuto ai microfoni di Radio Crc, il difensore brasiliano ha parlato con orgoglio del suo percorso a Napoli, della fiducia ritrovata con Conte e dell’ambizione del gruppo per la nuova stagione. Di seguito le sue dichiarazioni.
Juan Jesus: «La prima persona che ha creduto in me è stato Spalletti»
«Mi fa piacere essere qui da diversi anni. Forse è una sorpresa per chi non mi conosceva e non pensava che potessi rimanere per più tempo, ma io conosco le mie qualità e sapevo cosa potevo fare qui. La prima persona che ha creduto in me è stato Spalletti, senza di lui non sarei arrivato a fare la storia a Napoli. Ora c’è Conte qui e so di avere la sua fiducia. Sono contento di aver trascorso tanto tempo qui e aver vinto due scudetti: speriamo di scrivere ancora la storia del club insieme. Con Spalletti mi sembra che ho fatto 18-19 partite in campionato, dato che lui girava molto con Kim, Rrahmani ed anche Ostigard. Anche lo scorso anno con l’infortunio di Buongiorno ho avuto più spazio ed ho potuto dare il mio contributo».
La miglior difesa d’Europa:
«Il calcio è strano. Se c’è una squadra che difende insieme, ovviamente diventa più semplice per il reparto. Noi abbiamo la responsabilità degli errori commessi due anni fa, non ci nascondiamo, ma ci hanno aiutato a crescere e ad imparare che non possiamo mai abbassare la soglia dell’attenzione. Conte è uno che ha un metodo ben preciso e ti insegna a non mollare. Anche nella sua carriera e per il suo carattere il mister è sempre stato uno che non ha mai mollato: ci fa dare il 100% e si vede in campo».
Juan Jesus, uno dei veterani del gruppo:
«Sono uno dei più grandi, quindi sicuramente ho più esperienza. Io provo ad aiutare sia in campo che con le parole: provo ad essere d’esempio, arrivando presto ed allenandomi sempre duramente. Provo sempre a dare il mio contributo».
Sull’evoluzione del calcio e della difesa:
«Il calcio si è evoluto tanto negli anni, ma non penso che, per quanto riguarda la difesa, la differenza sia tra marcatura a uomo o di reparto. Ad esempio se pensiamo alla partita contro la Juventus io andavo a prendere a uomo Koopmeiners, quindi dipende molto dalla partita. Oggi il calcio è molto tattico, quindi dipende anche da come la squadra avversaria attacca».
Gli obiettivi della stagione attuale:
«Siamo all’inizio della stagione, daremo tutto nel corso dell’anno. Abbiamo l’obbligo di difendere lo scudetto che abbiamo sul petto. Vincere è bello, ma dobbiamo continuare a farlo per entrare nella storia».
Su Beukema e marianucci?
«Io punto ad aiutare i ragazzi ad ambientarsi e ad assimilare i concetti di difesa in base a come difendiamo noi: abbiamo un gruppo di bravi ragazzi, forse anche troppo a volte. Io faccio il mio lavoro e poi il mister fa le sue scelte».
E le critiche?
«Dopo tanti di calcio impari a subirle. Io faccio il mio lavoro e dimostro con i fatti: con le parole sono tutti bravi».
Il Napoli e i suoi tifosi:
«La città di Napoli mi ha dato tanto, sto bene qui. I tifosi sono passionali, si capisce l’amore che provano per la squadra: loro vogliono solo che il Napoli vada bene. Anche a Dimaro ho detto che loro possono usare questa passione a favore nostro, sentendo il pubblico al nostro fianco. Non devono avere ansia: il tifoso deve tifare sempre, deve essere un calciatore in più. Il Maradona è uno stadio che si sente tanto, che dà tante emozioni. Ci devono sostenere fino all’ultimo minuto».
Il cibo napoletano?
«Preferisco la sfogliatella riccia. La mozzarella per me è buonissima: se potessi mangiarla sempre, la mangerei tutti i giorni. La pizza mi piace, il caffè lo prendo solo la mattina. Feijolada o pasta e fagioli? Sono brasiliano, quindi feijolada».
La promessa del Napoli:
«La promessa della squadra è di dare sempre il 100%, anche nei momenti di difficoltà. La squadra c’è, il mister c’è ed abbiamo una società che ci sta aiutando a crescere. Sappiamo come vincere, dobbiamo solo continuare questo percorso bellissimo. Il Maradona dev’essere una bolgia, perché siamo campioni d’Italia e dobbiamo comportarci come tali».