Il Napoli ha fatto questo mercato consapevole degli infortuni, cambierà strategia? (ah se Pinamonti avesse un nome d’arte)

Ha speso 40 milioni per Lucca, altrimenti si sarebbe tenuto Simeone e Raspadori. Spenderebbe per Pio Esposito, ma non per tutti. Hojlund va benissimo ma anche Pinamonti

Pinamonti napoli

Mg Reggio Emilia 09/11/2022 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Roma / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: esultanza gol Andrea Pinamonti

Il Napoli ha fatto questo mercato consapevole degli infortuni, cambierà strategia? (ah se Pinamonti avesse un nome d’arte)

È un brutto colpo, innanzitutto per Lukaku. Ha 31 anni, una struttura muscolare massiccia e complessa. Il distacco del retto femorale è un tunnel che  si trova costretto a imboccare. A oggi è impossibile stabilire quanto sarà lungo. Calciatore fondamentale, essenziale, per il Napoli di Conte. Eufemisticamente poco amato a Napoli, senza esagerare (ci stiamo tenendo bassi) almeno quattro tifosi su dieci lo detestavano calcisticamente gli hanno detto di tutto lo scorso anno. È stato ed è inutile replicare con i numeri e le azioni di quasi tutti i gol del Napoli. Fatto sta che Lukaku starà fuori per un bel po’. Almeno, almeno quattro mesi. Ma probabilmente anche di più.

Adesso i riflettori sono sul nuovo papa. Qui, però, c’è una riflessione da fare. Ed è legata a quel che stamattina ha scritto Libero (che secondo noi non ha affatto torto). Il Napoli ha scientemente condotto questa campagna acquisti. Lo ha fatto con metodo, con criterio. Seguendo una precisa strategia. Irrobustire la rosa con altri titolari, non con panchinari. Perché non spendi 31 milioni per un difensore che va in panchina, e ci riferiamo a Beukema. Non spendi 40 milioni per un attaccante che farà sempre il secondo. Sono cifre alte, oggi alte anche per club di prima fascia (tranne quelli di Premier che fanno un altro sport).

Il Napoli non ha potenziato l’undici, tranne che per De Bruyne

Lo ha esplicitato lo stesso  Conte: il Napoli non ha scelto di potenziare l’undici di partenza tranne che per De Bruyne che però è un acquisto della società, avvenuto quando il futuro di Conte era a dir poco incerto. Ma De Bruyne è De Bruyne. Nessuno lo discuterebbe. Tant’è vero che il tecnico si è messo al lavoro per cambiare schema di gioco. C’era e c’è da sistemare De Bruyne senza penalizzare gli altri, in particolare McTominay. Il resto sono stati rinforzi di lusso. A partire da Lucca.

Non possiamo immaginare che il Napoli avesse pensato a una stagione senza infortuni. Certo ci sono infortuni e infortuni. Ma lo stesso Buongiorno, per dire, alla fine, è fuori da quattro mesi ed è appena rientrato.

Tutto questo per dire che il Napoli evidentemente crede in Lucca. Altrimenti si sarebbe tenuto Raspadori e Simeone come riserve. Certo un altro attaccante serve. Ma il Napoli è pronto a spendere 60 milioni più l’ingaggio per una prima punta? Ipotizziamo di no, poi magari saremo smentiti. Il Napoli ha scelto una strada, ha studiato ed elaborato una strategia. Nessun picco (tranne De Bruyne) e una rosa uniforme e adeguata ai tre impegni (quattro con la Supercoppa). A nostro avviso De Laurentiis spenderebbe tanti soldi se potesse portare a casa Pio Esposito (o un altro giovane forte). Altrimenti si prosegue sulla strada tracciata. Hojlund in prestito oneroso potrebbe essere un buon colpo però confessiamo che il colpo più intrigante e originale sarebbe Pinamonti.

In questo calcio mediatico, Pinamonti paga anche il cognome. La provenienza (Cles, provincia di Trento, paese di Maurizio Fondriest), diciamo la presenza. È quel che viene definito attaccante di provincia. Verrebbe da dire: provateci voi ad andare in doppia cifra con Empoli, Sassuolo e Genoa. Dario Hubner – magnifico bomber di provincia – è sempre stato snobbato dalle grandi squadre italiane. Oggi a nostro avviso sarebbe senza discussioni il titolare inamovibile della Nazionale. Pinamonti è giocatore diverso da Lukaku ma a pallone sa giocare e il pallone lo butta dentro. Gli andrebbe cambiato il cognome. Forse è giunto il tempo che anche i calciatori si dotino di un nome d’arte, come gli artisti. A Pinamonti certamente servirebbe.

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