Il calcio turco è nelle mani delle banche ma non può fallire. È parte di un progetto politico (Süddeutsche)

I quattro club principali (Galatasaray, Fenerbahçe, Besiktas e Trabzonspor) hanno oltre un miliardo di euro di debiti. Ma la crescita del football turco rientra in un piano più ampio

Galatasaray calcio turco

Galatasaray's supporters celebrate the club's 2024/25 Turkish Super Lig football championship title in Istanbul on May 18, 2025. Galatasaray clinched their 25th Turkish league title, their third in a row. (Photo by Ozan KOSE / AFP)

Il calcio turco è pieno di debiti, è nelle mani delle banche ma non può fallire. La Turchia non può permetterselo (Süddeutsche)

I quotidiani tedeschi raramente dribblano un tema interessante e la spesa da ricconi che stanno facendo al calciomercato i club turchi (il Galatasaray) ma non solo, non è passata inosservata. Ne aveva già scritto la Faz, ora tocca alla Süddeutsche che scrive di metodi di finanziamento alternativi.

Scrive la Süddeutsche:

L’acquisto di Osimhen, 26 anni, simboleggia anche piani di espansione più ampi. Il Galatasaray punta a conquistare l’Europa, almeno secondo quanto annunciato di recente dal presidente del club, Dursun Özbek. Lo stesso si può dire dei rivali cittadini del Fenerbahce, con l’allenatore José Mourinho. Naturalmente, anche il portoghese ha ricevuto un’accoglienza trionfale alla sua presentazione un anno fa allo stadio Sukru Saracoglu.

Scrive il quotidiano tedesco che fin qui il campionato turco aveva a attratto vecchie star in declino: Drogba, Eto’o, Roberto Carlos, Dzeko. Ma ora con San (29 anni) e Osimhen (26), il discorso cambia.

Scrive la Süddeutsche:

Naturalmente Osimhen non verrà pagato con entusiasmo, né con amore, così come Sané. Si dice che i loro stipendi, bonus inclusi, ammontino rispettivamente a 25 milioni di euro e 15 milioni di euro. Il che solleva una domanda non del tutto irrilevante: da dove provengono tutti questi soldi?

Nomi come Osimhen, Sané e Mourinho, dice il direttore sportivo turco Ali CanPecenek, hanno portato alla Süper Lig una certa “attenzione globale”. Ma questo non è motivo di innocente patriottismo calcistico, almeno non considerando il quadro a lungo termine. I festeggiamenti dall’aeroporto Atatürk sono disponibili solo a credito, e gli investimenti in calciatori di lusso stanno erodendo i bilanci dei migliori club turchi. Tutto è orientato al successo a breve termine. La posta in gioco è “estremamente alta” ogni anno, dice Pecenek. Ma, naturalmente, solo uno può diventare campione.

I livelli di debito raggiunti dal calcio turco

I livelli di debito dei club più importanti stanno raggiungendo livelli sempre più alti. E qualsiasi presidente che non porta a casa trofei, viene cacciato.

Ciò significa che nemmeno gli addetti ai lavori hanno una panoramica completa dei flussi finanziari dei club. Il Fenerbahçe, ad esempio, è nelle mani dell’imprenditore Ali Koc, una figura controversa del calcio turco e una delle persone più ricche del paese. E il Galatasaray, in particolare, ha accordi di sponsorizzazione lucrativi, impressionanti persino per gli standard europei. Ciononostante, di recente sono state nuovamente riportate cifre spaventose: Galatasaray, Fenerbahçe, Besiktas e Trabzonspor da soli – i quattro club più grandi del paese – hanno accumulato debiti per un totale di 1,14 miliardi di euro. E questo non viene rivendicato da persone qualsiasi, ma dall’Associazione bancaria turca (Tbb), il cui intervento ha impedito diversi fallimenti nel 2020. Il calcio è, in un certo senso, sistemicamente importante in Turchia; semplicemente la Turchia non può funzionare senza. Se necessario, i politici interverranno. E poiché i dirigenti dei club lo sanno, camminano su una corda tesa sull’orlo della rovina economica, pagando più stipendi e più commissioni di trasferimento di quanto possano permettersi secondo seri piani aziendali. 

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