Giù le mani da Victoria Park, gli aborigeni vogliono bloccare lo stadio delle Olimpiadi di Brisbane (Bbc)
Il governo di Brisbane ha scelto un'area cara ai nativi dove potrebbero esserci anche resti ancestrali

Giù le mani dal Victoria Park dove il governo di Brisbane avrebbe deciso di costruire lo stadio che ospiterà le Olimpiadi del 2032. Ma Victoria Park, come racconta la Bbc è un sito di vitale importanza per la storia e la cultura delle Prime Nazioni che hanno avviato una azione legale per bloccarne la costruzione.
Il progetto dello stadio delle Olimpiadi Brisbane 2032
Il progetto per lo stadio di Brisbane 2032 prevede la costruzione di un nuovo impianto da 63.000 posti a Victoria Park. Questo stadio sarà il cuore delle Olimpiadi del 2032, ospitando le cerimonie di apertura e chiusura,e le gare di atletica. Il costo stimato dell’opera è di 2,1 miliardi di euro, con un finanziamento federale di 670 milioni di euro. Dopo i Giochi, lo stadio diventerà la nuova casa per le squadre locali di football australiano e cricket. Oltre allo stadio, sono previsti altri 16 nuovi impianti sportivi e l’ammodernamento della metropolitana e il Cross River Rail. I Giochi di Brisbane 2032 dovrebbero avere un impatto economico di 5,1 miliardi di dollari USA e creare oltre 90.000 posti di lavoro nei prossimi vent’anni.
Victoria Park luogo conteso
Victoria Park è un sito di 60 ettari che, secondo la Yagara Magandjin Aboriginal Corporation (Ymac), è di vitale importanza per la storia e la cultura delle Prime Nazioni. Gaja Kerry Charlton, portavoce dello Ymac, ha espresso profonda preoccupazione per il potenziale impatto della costruzione: «Ci sono alberi antichi, manufatti ed ecosistemi molto importanti. Potrebbero esserci resti ancestrali». Questo luogo, noto come Barrambin, è considerato un “paese vivo” con una storia che precede la colonizzazione.
La richiesta legale per bloccare lo stadio delle Olimpiadi
Per proteggere il sito dallo sviluppo, la Ymac e il gruppo Save Victoria Park hanno presentato una richiesta formale al ministro federale dell’ambiente. L’istanza, presentata ai sensi dell’Aboriginal and Torres Strait Islander Heritage Protection Act (ATSIHP), chiede che il parco venga dichiarato sito di importanza culturale. Se la richiesta venisse accolta, il ministro avrebbe il potere di emettere un ordine vincolante per proteggere l’area. La decisione spetta al ministro federale dell’Ambiente Murray Watt. Un portavoce del governo federale ha confermato che la richiesta è in fase di valutazione. Verranno coinvolte tutte le parti interessate, inclusi i governi statali e i promotori del progetto.
Una questione politica e culturale
Lo scontro sul nuovo stadio si inserisce in un acceso dibattito politico che ha animato il Queensland negli ultimi anni. Inizialmente, il piano per le Olimpiadi prevedeva la riqualificazione del vecchio stadio Gabba. Tuttavia, dopo una serie di cambi di governo e di piani, l’attuale premier David Crisafulli ha optato per la costruzione di un nuovo stadio a Victoria Park.
Mentre il sindaco di Brisbane, Adrian Schrinner, sostiene che il progetto gode di un forte supporto e che “alla fine, questo accadrà”, i gruppi indigeni e i residenti locali continuano a mobilitarsi per la salvaguardia del parco. Secondo Zio Steven, un anziano di Yagara perdere Victoria Park significherebbe perdere«parte della nostra storia, non solo la storia delle Prime Nazioni, ma la storia dell’Australia, la storia di Brisbane». Già in occasione dei Giochi Olimpici di Sydney 2000 sono emerse le problematiche degli aborigeni australiani, evidenziando le loro condizioni di vita precarie e le disuguaglianze rispetto al resto della popolazione. Le proteste e le manifestazioni, sia durante i giochi che in precedenza, richiamarono l’attenzione sulla perdita di terre, sulla scarsa aspettativa di vita, sulla discriminazione e sulla mancanza di diritti.