Gerry Scotti: «Intervistai Maradona, in cambio volle una compilation da sentire mentre si allenava»

Alla Gazzetta: «Milan? Tare e Allegri sono le persone giusto al posto giusto. All'Italia serviva uno come Gattuso, se lo fai incazzare viene sotto la doccia. Hamilton alla Ferrari come Modric in rossonero, anche la F1 ha le sue regole di marketing»

Gerry Scotti

Db Milano 12/09/2009 - Funerali Mike Bongiorno / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Gerry Scotti con moglie e figlio

Gerry Scotti, volto noto della televisione italiana e dichiarato tifoso del Milan, ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta in cui ha parlato di sport e svariati altri argomenti. Nel corso della chiacchierata, ha anche raccontato un aneddoto su Diego Armando Maradona. Vi proponiamo di seguito un estratto delle sue parole.

Le parole di Gerry Scotti

«Ricordo la mia prima partita, con papà a San Siro in un freddo novembre, ero un bimbetto con le braghe corte ed eravamo nel parterre: lì si stava in piedi quindi i bambini non vedevano niente, papà mi prendeva sulle spalle. Ricordo che i tifosi ce l’avevano con Altafini che quel giorno aveva poca voglia di giocare: ‘El gh’ha minga voeuia’, gli dicevano. A un certo punto, mentre sono sulle spalle del mio papà, Altafini arriva davanti a noi mezzo sudato a prendere un pallone, mi vede e mi fa l’occhiolino… Cinque minuti dopo segna e io ho capito che il tifoso ha la critica facile. Uno così può fare ciò che vuole, del resto quel livello di classe è riservato a pochi, Mario Corso, Platini o Maradona», esordisce il presentatore parlando della sua passione per il calcio. «Ho visto anche il Milan di Pierino Prati e quello degli olandesi… Pensavo che dopo non ci sarebbe stato altro e arrivato a oggi forse non avevo torto. Sì, ci siamo presi altre soddisfazioni, abbiamo vinto altre competizioni, ma chi ha vissuto quegli anni lì ancora aspetta qualcosa di altrettanto grande. È una questione di cicli», aggiunge.

Venendo al presente, Scotti si dice ottimista per il nuovo corso rossonero: «Siamo tutti alla finestra. Io penso che Tare ds e Allegri in panchina siano le persone giuste al posto giusto per cominciare una ricostruzione. Però sono anche un po’ perplesso. Dico una cosa da bar: piuttosto che dare via Reijnders mi sarei indebitato. Non vedevo un giocatore così da anni e non mi sembra che quei soldi lì li stiano investendo con altri grandi acquisti. Forse voleva andare via lui, perché magari non vedeva un progetto. E se non lo ha visto lui che con uno sguardo vedeva tutto il campo… Poi sono contento dei nomi che sento, bene i giovani italiani, bene Ricci, bene pure Modric… Sappiamo che le squadre oggi devono pensare anche al marketing e a vendere un po’ di magliette, quella di Modric la prenderò anche io, per rispetto verso un grande giocatore. Che possa risolvere la situazione Milan per più di un anno sarebbe da Guinness dei primati, ma anche a mezzo servizio può tornare utile. Leao? Gli diamo ancora quest’anno per dimostrare di essere uno dei tre più grandi talenti di questo secolo nel calcio, se non ce la fa non piangeremo, dovrà trovare altri stimoli e altre collocazioni, perché è un po’ che aspettiamo».

In quanto, invece, all’approdo di Gattuso sull’Italia: «Non ho cambiato idea su Rino, all’Italia serviva qualcuno da doccia fredda e secondo me lui è adatto. Poi è uno che se lo fai inc… viene anche sotto la doccia e ti strofina lui! Lo faceva da calciatore figurati ora. Fa bene ad andare a vedere i ragazzi, perché alla fine credo che da noi manchi un po’ di coraggio: altrove fanno esordire giovani di 16-17 anni, noi abbiamo creato un caso Camarda e alla fine non l’abbiamo fatto giocare bene da nessuna parte. Io a quel punto l’avrei tenuto e ci avrei puntato. Magari a quest’ora avevamo l’attaccante invece di brancolare nel buio».

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Su Maradona: «È vero che l’ho intervistato ai tempi di Deejay Television? Sì, siamo andati a Napoli con Claudio Cecchetto. In cambio ha voluto una compilation di musica da discoteca da sentire mentre si allenava (Scotti faceva il deejay, ndr). Gli abbiamo portato la cassetta e lui invece di fare l’intervista si è messo con le cuffie a sentire le canzoni. Vabbè, ma lui era Maradona, secondo me il più grande di tutti i tempi. Pensate se fosse stato anche un atleta… probabilmente giocherebbe ancora in America come Messi e farebbe due gol a partita».

Tra gli altri argomenti trattati, non è mancato il passaggio sulla Formula 1 e sull’arrivo di Hamilton in Ferrari:

«Mi obbligate a fare un altro ragionamento alla Modric: che utilità c’era nel prendere il signor Hamilton? Adesso è un problema perché lui Sir Hamilton, è l’uomo che ha cambiato l’automobilismo e che ha vinto più di tutti. Ma alla Ferrari serviva davvero? Non era meglio un giovane? Temo che anche la Formula 1 abbia le sue regole di marketing e il nome di Hamilton è ben spendibile sui cappellini».

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