Yamal a 18 anni è già al centro di un dibattito che di solito si riserva ai morti (El Paìs)

Lo scandalo per la festa e il dibattito sui campioni-esempio: nel suo caso è tutto precocissimo, come se fosse già un mito consolidato e non un adolescente

Barcellona Yamal

Barcelona's Spanish forward #19 Lamine Yamal celebrates scoring his team's first goal during the Spanish league football match between RCD Espanyol and FC Barcelona at the RCDE Stadium in Cornella de Llobregat, on May 15, 2025. (Photo by MANAURE QUINTERO / AFP)

Secondo El Paìs “la precocità di Lamine Yamal lo colloca già al centro di un famoso processo che di solito coinvolge i morti, non gli adolescenti: il processo che cerca di separare l’artista dall’opera”. Ovviamente si riferisce al dibattito che si è scatenato dopo la scandalosa festa dei suoi 18 anni, quella coi nani.

“La sua festa di formazione, o meglio il tema di quella festa, rispetta quasi scrupolosamente i codici di buona parte di quella scena musicale (gangster, soldi) e recupera dal vecchio mondo la volgarità dei nani e delle “ragazze modello” che Ronaldo Nazario aveva già portato in autobus alla sua festa di compleanno”, scrive Manuel Jabois.

“I processi che minacciano di separare l’artista dall’opera spesso generano grande entusiasmo ma scarsi risultati, soprattutto nel calcio. Si può capire, spesso con grande sforzo, perché qualcuno possa smettere di guardare quadri, ascoltare musica o leggere libri su esseri umani ripugnanti o dannosi, o su persone che hanno semplicemente detto che voteranno il contrario (è incredibile quante cose si possano inventare per evitare di leggere), ma nessuno smetterà di festeggiare un gol perché non gli è piaciuta la festa di compleanno di un suo giocatore”.

“Il dibattito è interessante e va avanti fin dalla notte dei tempi: fino a che punto il tuo idolo dovrebbe essere un esempio? C’è una bellissima citazione di Maradona a questo proposito: “Non ci interessa cosa hai fatto della tua vita, ci interessa cosa hai fatto della nostra”. Bellissima e un po’ ingannevole. Gli idoli hanno il diritto di vivere la loro vita privata come vogliono, ma è stupido credere che ciò che si sa della loro vita privata non influenzi o tocchi i bambini che crescono con quell’idolo come modello. La responsabilità della star non è vivere secondo i dettami della morale più retta, ma presumere che tutto ciò che fa, anche il più banale, il più ridicolo, sarà attentamente osservato da milioni di persone. Non sono obbligati a essere un esempio, ma sono obbligati a capire di esserlo, e quindi a controllare l’esposizione della loro privacy o a monitorarne le fughe di notizie”.

Ma secondo l’editorialista del Paìs l’aspetto più sorprendente non è la festa famosa, né le critiche che ha suscitato, ma la velocità con cui un adolescente è stato catapultato al centro di una discussione solitamente riservata a miti consolidati o cadaveri illustri. Yamal non ha ancora scritto la sua storia ; ha appena iniziato a delineare i primi contorni di ciò che potrebbe diventare, eppure gli viene già chiesto di incarnare un ideale, o almeno di assomigliare a quello che tutti vorrebbero avere in casa”.

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