Occhio ad Allegri il presunto bollito che i social crocifiggono perché non si adegua al calcio scientifico
Franco Ordine sul Corsport tra la mossa di Leao centravanti e la voglia matta di dimostrare di essere capace di trasformare un gruppo di calciatori che sembrava allo sbando

Db Torino 12/05/2024 - campionato di calcio serie A / Juventus-Salernitana / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri
Il 4-2 al Liverpool è cacio d’estate ma è servito a fermare l’onda derisoria che inspiegabilmente continua quando si parla di Massimiliano Allegri che è tra gli allenatori italiani più vincenti in attività.
Oggi ne scrive Franco Ordine sul Corriere dello Sport.
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Scrive Ordine sul Corriere dello Sport:
“Nel calcio dei nostri tempi, scanditi purtroppo dai maranza dei social tossici e aggressivi, da qualche tempo a questa parte Max Allegri reduce da una carriera unica – è stato definito, nella più… gentile delle espressioni, “il bollito di Livorno” per via del secondo ciclo juventino chiuso con una sceneggiata e una modesta coppa Italia esibita in faccia alla tifoseria bianconera salita precipitosamente sul carro del suo successore Thiago Motta prima di scaricarlo poi brutalmente alla prova dei fatti.
Al bollito di turno è stato ripetutamente rinfacciato l’uso di un aggettivo (“semplice”) utilizzato per definire il calcio che è poi nient’altro che la risposta genuina alla narrazione scientifica secondo cui le partite di calcio diventano quasi un progetto ingegneristico, colmo di calcoli matematici molto precisi, sulla carta.”
Zero illusioni, nessuna promessa
Franco Ordine invita tutti a ragionare, andando oltre le solite etichette e voci di corridoio su Massimiliano Allegri.
“Max Allegri non è un incantatore di serpenti, non ha mai promesso spettacolari esibizioni («per quelli andate al circo» è la sua battuta sul tema), si è sempre dichiarato fedele alla scuola tradizionale del calcio italiano e dalle sue squadre è possibile cogliere il «sapore casalingo» che significa, per esempio, cogliere nelle qualità dei suoi calciatori caratteristiche da valorizzare. Un esempio? L’idea, in mancanza di un centravanti di ruolo (Gimenez in ferie, l’alternativa da acquistare), di puntare su Leao attaccante centrale pur se partendo da sinistra, una specie di sasso lanciato dalla fionda Pulisic, è la sua trovata esaltata dal primo gol contro il Liverpool e dalla successiva volata chiusa con l’assist comodo per Loftus Cheek.
Il bollito di Livorno non ha promesso “calcio dominante” e neppure provato a stupire la platea prenotando lo scudetto – partendo dietro Napoli e Inter sarebbe da folli -. Ha solo una voglia matta di dimostrare che non è ancora bollito professionalmente e di essere capace di trasformare quel che sembrava un gruppo di dotati calciatori senza alcuna identità né guida sicura, in una squadra. Semplice, no?”