Hanno rallentato l’erba di Wimbledon, ora sembra il Roland Garros (El Paìs)

Palle grandi, afa, erba diversa: ormai siamo nell'era dell'erba battuta di Clerici. Il serve and volley è ormai quasi scomparso

Tennis, Tarvet wimbledon sparring Wimbledon

Members of staff arrange the net on Center Court prior to the start of the 2023 Wimbledon Championships at The All England Tennis Club in Wimbledon, southwest London, on July 2, 2023. (Photo by Adrian DENNIS / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE

Wimbledon si sta trasformando nel Roland Garros. Il passaggio alla famosa “erba battuta” che descriveva già Gianni Clerici pare ormai compiuto: lenti, per alcuni i campi dello Slam londinese sono ormai troppo lenti. Ne scrive El Paìs: “Continua la tendenza degli ultimi due decenni, in cui il tennis su erba ha subito una trasformazione sorprendente. Lo dimostra perfettamente il panorama in continua evoluzione: spariti i campi di servizio, quella zona del tutto o niente dove si decideva la storia; ora, da un po’ di tempo, ciò che sta diventando chiaro sono le linee di fondo, dove i passi eliminano i fili e i giocatori decidono la maggior parte delle partite. Non si tratta più di spadaccini. Si tratta di giocatori da fondocampo. Di scambi di palla. Erba o terra? Cambia il tono, ma non troppo il copione, che si fa sempre più uniforme. Scambi prolungati su una superficie e poi sull’altra”.

Tutto sta andando un po’ più lentamente, con palle più lente, con una sensazione diversa”, ha ammesso anche Alcaraz. “La spiegazione? Dinamiche, meteo, palle. La conseguenza? Un gioco più morbido. “Penso che sia dovuto alle palle”, dice Djokovic, senza collegare questo sviluppo “specificamente all’erba”.

Il fatto è che nel 2001 hanno proprio cambiato l’erba di Wimbledon. Sono passati al loietto, più resistente all’erosione, contribuisce a una superficie più compatta. E da allora si è notato un progressivo calo di velocità. “Ora, chi usa molto spin può ottenere risultati migliori, cosa che prima non sarebbe stata possibile. È decisamente più facile giocare da fondocampo ora rispetto all’inizio della mia carriera“, conferma Djokovic.

Nel 2002, la Federazione Internazionale Tennis (ITF) ha imposto l’uso di una palla più grande del 6,5% per i tornei su erba; di conseguenza, più lenta. E l’impatto è stato immediato. Nello stesso anno, la finale di Wimbledon tra l’australiano Lleyton Hewitt e l’argentino David Nalbandian si è decisa senza una singola azione serve-volley. Sebbene Roger Federer dominasse ancora, il tennis strategico di Rafael Nadal e Djokovic ha guadagnato terreno, e tra le donne, la situazione è stata più o meno la stessa. La potenza delle sorelle Williams ha preso il sopravvento e, al ritmo della nuova tendenza, anche giocatrici di scambio come Angelique Kerber, Simona Halep, Ashleigh Barty e Krejcikova, ad esempio, hanno trionfato. Addio alle vertigini di Martina Navratilova, scrive ancora El Paìs.

In più, mettici il meteo. “Quest’anno, le alte temperature e l’afa che hanno caratterizzato i primi giorni – fino a 33 gradi – hanno penalizzato l’erba più asciutta. “Sono quasi più stanco che dopo una partita al Roland Garros”, ha detto Gael Monfils.

In generale, la durata dei punti – da circa 2,7 secondi a 4 – e dei game e degli incontri – nel 2024 si è registrato un numero record di incontri al quinto set (36) – si è allungata negli ultimi vent’anni; allo stesso modo, dal 2002 al 2018, l’uso del serve-volley è diminuito dal 33% al 7%, secondo un rapporto della rivista specializzata The Catcher on the Line. Sebbene i punti brevi (da 0 a 4 colpi) continuino a prevalere, quelli di media durata (da 5 a 8) continuano a crescere. E, come sottolineano e ripetono i professionisti, la sensazione predominante quest’anno è che la palla viaggi più lentamente e che l’azione, in generale, sia più controllabile rispetto a prima.

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