Djokovic è uno spietato che ha bisogno di teatralità, desidera essere amato (Guardian)
Deve continuare a mantenere il volto da combattente, sia per alimentare la propria fiducia, sia per sostenere la percezione che può essere ancora forte quanto prima

Londra (Inghilterra) 10/07/2024 - Wimbledon / foto Panoramic/Image Sport nella foto: Novak Djokovic ONLY ITALY
Novak Djokovic è arrivato al terzo turno di Wimbledon per la 19ª volta in carriera, record assoluto.Lo ha fatto con una vittoria netta su Dan Evans (6-2, 6-4, 6-3 in 1h47’), ma il dato più significativo non è nel punteggio. Dal racconto di Kevin Mitchell emerge il ritratto di un personaggio complesso, quasi spietato in campo, ma allo stesso tempo emotivo e alla ricerca di connessione con il pubblico. Nell’articolo di Mitchell sul Guardian: «Forse, ha scherzato con i tifosi, presto si sarebbe ritrovato a sorseggiare una o due margarita su qualche spiaggia con i suoi vecchi amici in pensione, Roger Federer e Rafael Nadal. Altre risatine. È un lato del personaggio Djokovic che ha affinato con il tempo, performativo, seppur un po’ teatrale. Più tardi, avrebbe ammesso: «Non so perché ho detto margarita, non ne ho mai bevuta una in vita mia… ma immagino suonasse bene».
Il lato emotivo di Djokovic:
Prosegue il Guardian: «Per quanto il suo tennis possa sembrare brillantemente meccanico e le sue parole talvolta recitate, Djokovic è un uomo profondamente emotivo. Ama ciò che fa, e desidera essere amato. Quella battuta un po’ sciocca sul Campo Centrale gli ha permesso di creare un legame con il suo pubblico di riferimento: gli spettatori paganti venuti per essere intrattenuti, per stupirsi e applaudire. Tuttavia, gli applausi non sono sempre stati incondizionati. Dopo aver perso una drammatica finale degli Us Open nel 2021 contro Daniil Medvedev, il raro e fragoroso sostegno ricevuto dal difficile pubblico di New York lo commosse fino alle lacrime durante uno dei cambi di campo. Non ho mai visto un altro tennista piangere così durante una partita. «Non me lo aspettavo», ha ammesso. «La quantità di sostegno, energia e affetto che ho ricevuto dalla folla è qualcosa che ricorderò per sempre».
«Non abbassa mai la guardia»:
Scrive Mitchell: «Gli applausi sono una delle forze trainanti che lo riportano in scena, anche quando il suo corpo potrebbe urlargli: “Vai in spiaggia!”. (…) Craig O’Shannessy, lo stratega australiano che ha lavorato con lui per un periodo, una volta mi disse che Djokovic ha sempre bisogno di essere convinto che cambiare tattica o atteggiamento mentale sia davvero la scelta giusta. Djokovic è uno che decide da solo. Non abbassa mai la guardia».
Djokovic come performer:
Il giornalista prosegue: «Djokovic deve continuare a mantenere il volto da combattente, sia per alimentare la propria fiducia, sia per sostenere la percezione che può essere ancora forte quanto lo è stato un tempo. La sua realtà da bambino era crescere sotto le bombe che cadevano su Belgrado (…) ha comunque dovuto imparare a esibirsi davanti a un pubblico che pretende molto più di una canzoncina. Vogliono sudore, lacrime, dramma, vittorie».