Vasseur sta portando la Ferrari al disastro ma dà la colpa ai giornalisti cattivoni

Il Thiago Motta dell'automobilismo non ha retto le voci su un suo licenziamento a fine stagione. Dice che così non si può lavorare, eppure è lì da tre anni

vasseur Ferrari

Silverstone (Inghilterra) 02/07/2023 - gara F1 / foto Scuderia Ferrari Press Office/Image Sport nella foto: Frederic Vasseur

Vasseur sta portando la Ferrari al disastro ma per lui la colpa è dei giornalisti cattivoni

Un francese è per sempre, come un diamante. Frederic Vasseur, da tre anni capo supremo della Ferrari, con risultati diciamo rivedibili, è sbottato perché l’altro giornali autorevoli (quali il Corsera e la Gazzetta) hanno scritto che di questo passo a fine stagione sarà messo alla porta da John Elkann I giornali hanno anche fatto il nome di Enrico Balbo, responsabile dell’aerodinamica della Red Bull, che sarebbe molto vicino al trasferimento a Maranello.

Vasseur l’altro giorno ha tirato un pistolotto ai giornalisti. Dicendo sostanzialmente che qui c’è poco rispetto per chi lavora, che nei paesi anglosassoni ci sarebbe (mah) più riservatezza: «Ho la sensazione che i team nel Regno Unito siano più isolati, e questo permette di concentrarsi esclusivamente sul lavoro…».

Come scrive oggi Il Giornale a firma Benny Casadei Lucchi:

Ergo: se la monoposto rossa non è un granché, sarebbe anche colpa dei media italiani. E se l’Italia fosse l’Inghilterra andrebbe più veloce.

Il Giornale oggi scrive che lo sfogo di Vasseur è un elemento positivo. Ha finalmente capito dove si trova. Aggiungiamo noi che dopo tre anni sarebbe anche ora.

Scrive Il Giornale:

Vasseur ha finalmente scoperto quanto sia grande e ingombrante la Ferrari. Ed è un bene. Per lui, per gli appassionati, per gli italiani. Significa che d’ora in avanti il manager francese potrà fare solo meglio, concentrandosi ancor di più su team, piloti, progetto e, magari, soppesando certe parole. Potrà farlo perché forte di una consapevolezza che fino all’altro ieri, allo sfogo di Montreal, probabilmente non aveva ancora chiara dentro sé: e cioè che la Ferrari non è solo il mito dell’automobilismo ben conosciuto oltre confine, ma la nazionale dei motori degli italiani. Per cui sempre esposta come carne viva.

Vasseur ha detto:

In Italia ci troviamo in questa situazione quotidianamente, e quando è troppo è troppo. Se si vuole avere successo, bisogna poter lavorare in un ambiente tranquillo, ma finora non ci siamo trovati in questa situazione. Questi giornalisti devono considerare che le persone hanno famiglie, mogli, figli. E questo è irrispettoso… Non conosco l’obiettivo – ha concluso Vasseur alludendo anche alle voci sul suo futuro in rosso -, forse è per screditare la squadra…

Leggi anche: Vasseur sembra Thiago Motta, ha ridisegnato la Ferrari con risultati penosi (Libero)

Vasseur non sa che alla Ferrari i rumors diventano realtà

Ancora, a proposito di Enrico Balbo, ha detto (lo riporta Motorsport):

«Sono andato a cercare il suo nome su Google per vedere il volto di quella persona. Siamo arrivati al punto in cui qualcuno può lanciare voci su una persona che non ho mai incontrato in vita mia».

Motorsport gli ricorda che alla Ferrari spesso questi rumors alla Ferrari sono diventati realtà, anche quando sono stati ufficialmente smentiti:

C’è però un altro aspetto che Vasseur, alle prese con la sua prima crisi ‘mediatica’ da quando è a Maranello, deve mettere in conto, ed è la memoria storica delle vicende che riguardano la Ferrari. In mezzo a tante speculazioni che non hanno trovato nel tempo riscontri oggettivi, in passato ci sono stati diversi casi in cui le indiscrezioni si sono rivelate corrette. Ricordi freschi, visto che risalgono a pochi giorni prima dell’arrivo dello stesso Vasseur a Maranello, nel gennaio del 2023. La fine del ciclo di Mattia Binotto fu preannunciata dai media, successivamente smentita dalla stessa Ferrari e poi confermata dai fatti. Nella storia della Scuderia ci sono stati anche sussurri ad alto peso specifico, arrivati (dopo percorsi più o meno diretti) all’orecchio di chi, alla fine, ha solo svolto il suo lavoro. 

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