Vasseur: «la Ferrari di quest’anno non è una macchina difficile, è sensibile»

A La Stampa: «Dobbiamo restare concentrati su noi stessi. Adesso lottare per il titolo è più difficile, ma posso dire che abbiamo qualche sviluppo in arrivo»

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Maranello (Mo) 14/02//2023 - presentazione Ferrari SF-23 / foto Press Office Scuderia FerrariImage nella foto: Frederic Vasseur

Il team principal della Ferrari, Frederic Vasseur, ha rilasciato una lunga intervista a “La Stampa” in cui ha fatto il punto della situazione in casa Maranello.

Le parole di Frederic Vasseur

L’inizio della stagione 2025 di Formula 1 per la Ferrari non è stato esaltante. Ma nelle ultime gare si è intravisto qualche segnale di miglioramento. «Sul passo più o meno siamo lì. La caratteristica di questa macchina è che soffre molto di più in qualifica che in gara. In modo più marcato dello scorso anno. A Gedda la pole era lontana tre decimi, poi nel Gp siamo stati i più veloci. A Imola il sabato non eravamo da nessuna parte e il giorno dopo abbiamo rimontato. Con quattro team al vertice, se vuoi vincere non puoi permetterti di partire in terza o quarta fila», ha spiegato il manager francese.

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Vasseur si è soffermato anche sulla vettura affidata quest’anno a Lewis Hamilton e Charles Leclerc, la Sf-25. Lo ha fatto prima scherzando per  poi fare un’analisi più accurata. «Una parola per definirla? Rossa… Sensibile. Perché qualche volta riusciamo a estrarre il massimo ma non sempre. Non so se sia un’auto difficile, so che fatichiamo a metterla nella giusta finestra per far funzionare al meglio gli pneumatici. Emblematiche le qualifiche di Imola e Miami, dove siamo stati più veloci con gomme usate. Mai visto in vita mia».

Su obiettivi e aggiornamenti in arrivo: «Adesso lottare per il titolo è più difficile, considerando il vantaggio e la continuità della McLaren. Dobbiamo restare concentrati su noi stessi, come dodici mesi fa, anche allora non ho mai pensato al campionato. Vorrei lo stesso approccio dal team. La reazione è stata buona, Montecarlo e la Spagna lo dimostrano. Ora serve una conferma. Posso dire che abbiamo qualche sviluppo in arrivo, non è ancora il momento di pensare solo al 2026 anche se siamo tutti vicini a doverlo fare».

Su Hamilton: «Ad Hamilton mancano i dettagli. Parliamo di centesimi, che in questa F1 così equilibrata possono fare la differenza tra una prima e una terza fila, tra un weekend buono e uno meno buono. Ma restano dettagli: comprensione della vettura, set-up, comunicazione. È normale quando si cambia squadra. Nervosismo? È comprensibile. È un po’ come la frustrazione di Leclerc a Montecarlo: i piloti sono competitivi, dedicano tutte le proprie energie al progetto e capisco che possano essere tristi o arrabbiati se le cose non vanno nel verso giusto, sarebbe sbagliato il contrario».

Su Leclerc: «Il suo è un buon lavoro. Rispetto al passato ha fatto un bel passo avanti in termini di certezze su ciò che vuole, è più diretto nel chiedere agli ingegneri quello che gli serve. Leader? Abbiamo due top driver, non c’è bisogno di un leader. Penso che se Leclerc ha fatto un passo avanti è anche perché Lewis lo ha spinto a farlo, d’altra parte Charles sta aiutando il compagno a capire il team e la macchina. Lavorano bene tra loro, non chiedo di essere migliori amici […] Leclerc è innamorato della Ferrari, la sua carriera ha un solo colore fin dall’academy e dagli inizi in Gp3. È legato all’azienda e al team, non si guarda intorno alla ricerca di un sedile migliore ma è parte del progetto, di questa famiglia. E lo rispetto tanto per questo».

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