Sacchi sul Mondiale 1994: «I massaggiatori prima della finale, “Arrigo, non c’è nulla da massaggiare. Non hanno più muscoli”»
In vista del Mondiale per club alla Gazzetta ricorda l'avventura el Mondiale americano con temperature torride e impossibili per giocare a calcio

Db Reggio Emilia 06/02/2016 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Milan / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Arrigo Sacchi
Alla vigilia dei Mondiali per Club Arrigo Sacchi ha racontato alla Gazzetta dello Sport del suo Mondiale quello dell’estate 1994, il Mondiale dell’Italia di Arrigo Sacchi e di Roberto Baggio, il Divin Codino.
L’Italia era di stanza sulla costa est. Ritiro nel New Jersey, alla Pingry School. Ricorda?
«Se mi nomina ancora quei posti, mi vengono subito i calori… Avevo detto che la costa est non era adatta per la preparazione del Mondiale e un anno prima, dopo un lungo sopralluogo, scrissi una relazione per i dirigenti della Federcalcio».
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Che cosa le risposero?
«Mi dissero che l’Italia doveva giocare a est, tra New York, Washington e Boston, perché lì c’era la più alta concentrazione di immigrati e avremmo avuto tantissimo supporto da parte del pubblico. Sapete come andò a finire? Che alla prima partita, al Giants Stadium di New York, contro l’Irlanda i nostri tifosi non erano neanche la metà rispetto agli irlandesi».
Sacchi ricorda con angoscia le temperature americane e teme che sarà anche peggio per i calciatori impegnati nel Mondiale per Club.
Non fu una Nazionale spettacolare, però.
«E come si può fare spettacolo a quelle temperature? Comunque mi sembra che alcune belle giocate si siano viste e, lo ripeto per la millesima volta, ai miei ragazzi posso soltanto dire grazie. Negli spogliatoi, subito dopo la premiazione, qualcuno piangeva per la sconfitta. Io mi misi in mezzo allo stanzone e dissi: “Voi avete date l’anima e per me siete degli eroi! Quando uno dà tutto quello che ha non ha nulla da rimproverarsi”. Di più non potevo chiedere. Ma sapete che cosa mi dissero i massaggiatori prima della finale?».
No, ci dica.
«Io chiesi come stavano alcuni giocatori, magari si potevano fare dei massaggi… I medici e i massaggiatori mi risposero: “Arrigo, non c’è nulla da massaggiare. Non hanno più muscoli”. Ecco il risultato della permanenza sulla costa est, a più trentacinque gradi, con le notti tropicali e neanche un filo d’aria. Ma lo sapete che io, la sera, non riuscivo nemmeno a fare una passeggiata perché dopo un minuto avevo la maglietta bagnata di sudore? Non vorrei proprio essere nei panni di un allenatore delle squadre che partecipano al Mondiale per Club. La tecnologia ha fatto passi da gigante, saranno state prese delle precauzioni, ma il sole, quando picchia, brucia la pelle».