Raccontare il mondo in 22 magliette da calcio, dai narcos in Colombia alla geopolitica (Times)

Joey D'Urso ne ha scelte 22 e ci ha fatto un libro, "le magliette raccontano storie profonde sul mondo in cui viviamo, dalla criminalità organizzata alle truffe legate alle criptovalute, dai modelli migratori globali all'economia cinese"

Magliette

This picture taken on October 23, 2023 at the FC Barcelona store, in Barcelona, shows the club's new jersey featuring the famous logo of the Rolling Stones which Barcelona players will wear during the Clasico against Real Madrid later this month, as part of the club's sponsorship deal with streaming giants Spotify. (Photo by Josep LAGO / AFP)

C’è uno scrittore, Joey D’Urso, che ha deciso di raccontare il mondo con le magliette di calcio. Ventidue, in tutto. Spiega sul Times che “questi indumenti possono essere uno strumento utile per comprendere il mondo caotico e confuso in cui viviamo. Raccontano storie profonde sul mondo in cui viviamo, dalla criminalità organizzata alle truffe legate alle criptovalute, dai modelli migratori globali all’economia cinese”. Come quella che vide “indossata da un uomo robusto che guardava una partita nella calura di mezzogiorno alla periferia di Medellín”: “La maglia in questione era stata indossata dall’Envigado FC nella stagione 2011-12 della Premier League colombiana. Era di un arancione brillante e appena sotto il colletto si vedeva il piccolo volto di un uomo in controluce: un signore della droga che era stato assassinato”.

Ci ha scritto un libro, si chiama “More Than A Shirt: How Football Shirts Explain Global Politics, Money and Power”.

“Ad esempio, una delle storie più importanti del secolo è l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, il culmine di anni di aggressiva politica russa nell’Europa orientale. (…) Le maglie dello Schalke sono ora prive di Gazprom, ma la Stella Rossa Belgrado, la migliore squadra della Serbia e il più stretto alleato della Russia in Europa, porta ancora oggi il logo dell’azienda sulle proprie maglie.

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“Ho visitato una dozzina di paesi in cinque continenti alla ricerca di 22 maglie diverse che spieghino il mondo. Tra queste, quella in Colombia con il volto di un protetto di Pablo Escobar il cui figlio – il proprietario del club – scelse di stamparvi sopra il volto del padre assassinato, mentre il club era sotto sanzione da parte del governo statunitense per legami con il narcotraffico internazionale. Questo ci racconta non solo della violenta storia recente della Colombia, ma anche di come il calcio in generale abbia spesso avuto legami con la criminalità organizzata. I criminali usano il gioco per riciclare denaro, truccare partite o semplicemente accrescere la propria reputazione e il proprio prestigio – lo stesso Escobar aveva profondi legami con l’Atlético Nacional, la squadra della sua città natale”.

Cita la maglia del 2002-03 dell’Aston Villa, che portava il logo della casa automobilistica Rover, che aveva sede nello stabilimento di Longbridge, “a un paio di chilometri da dove sono cresciuto. La casa automobilistica è diventata insolvente un paio d’anni dopo l’uscita di quella maglia”. Racconta “il declino dell’industria manifatturiera britannica, con l’aumento dei costi di produzione di automobili, maglie da calcio e ogni sorta di altro prodotto in paesi dove la manodopera è più economica”.

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