Jody Scheckter è tornato in Italia ma non può guidare: «Dovrei rifare l’esame per la patente» (Corsera)
Il campione del mondo di Formula 1 nel 1979 con la Ferrari. Deve prendere sei lezioni di guida. «Gli esami sono in italiano. Io lo parlo malissimo, mi boccerebbero di sicuro»

Tragicomica la notizia che riporta oggi il Corriere della Sera del campione del mondo di Formula 1 nel 1979 con la Ferrari, Jody Scheckter.
“Ma Jody Scheckter, 75 anni, qui in Italia — dove ha la residenza da un anno e mezzo — non può guidare. La sua patente, rilasciata in Sudafrica (dove è nato), poi convertita in quella inglese, da noi non vale. L’ex idolo di Maranello (dopo una carriera in Mclaren, Tyrrell e Wolf), compagno di squadra di Gilles Villeneuve, dovrebbe rifare l’esame, come un principiante qualsiasi.
E prendere almeno sei lezioni di scuola guida. Il problema è che le prove sono in italiano. «E io purtroppo lo parlo malissimo, mi boccerebbero di sicuro», spiega Jody, più arrabbiato che stupito. Costretto a un pit stop inatteso per colpa della burocrazia nostrana: la sua patente non può essere equiparata a quella italiana. Ce ne vuole una nuova. «Prima, da turista, non avevo questo problema. Da quando mi sono stabilito a Recco, in Liguria, perché è lì che voglio vivere, la situazione è cambiata. Ho potuto guidare con il mio documento per un anno. Adesso però il permesso è scaduto».
E così Scheckter, che ha ottenuto un Investor Visa (visto di 2 anni per cittadini non Ue, concesso in cambio di congrui investimenti nella nostra economia), è rimasto a piedi. «Per andare a giocare a tennis prendo la bicicletta, altrimenti devo avere l’autista». L’ex ferrarista ha acquistato e ristrutturato una magnifica villa a Recco, sul mare, con una Ferrari del 1952 nel soggiorno. E ha rispettato i suoi obblighi fiscali: «Ho pagato 100 mila euro di tasse e ne ho investiti 500 mila in un’azienda italiana». Ma per la legge non può più mettersi al volante. Risulta come un diciottenne in attesa di foglio rosa”.
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Ora potrebbe accasarsi ad Abu Dhabi, per ovviare al problema «Ma io ho scelto l’italia come mio Paese, è qui che voglio restare. Mentre facevo i lavori di ristrutturazione, ogni giorno pranzavo con la focaccia al formaggio e ho una favolosa selezione di vini italiani, vorrei berli a casa mia».
Ha chiesto aiuto anche in Ferrari, ma a quanto pare la burocrazia italiana è un muro insormontabile.