Gravina molto tenero su Acerbi, pure troppo: «non entro nel merito, dispiaciuto per la sua assenza»
Oltre Pilato, fa l'equidistante tra il calciatore e Spalletti: «ognuno di noi sente il proprio senso di appartenenza». E sul Mondiale: «niente alibi»

Italian Football Federation (FIGC) President Gabriele Gravina attends a press conference at the team's base camp in Iserlohn, on June 30, 2024, after they were eliminated by Switzerland in a round of 16 match of the UEFA Euro 2024 football championship. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)
Gabriele Gravina ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la conferenza stampa di presentazione delle Finali Giovanili Tim. Tra gli argomenti trattati dal presidente della Figc, ci sono anche le partite della Nazionale di qualificazione ai prossimi Mondiali e la convocazione rifiutata da Francesco Acerbi. Un atteggiamento pilatesco, il suo, nessuna condanna, si è posto in maniera equidistante tra il giocatore e Spalletti.
Tema Nazionale
Il numero uno della massima istituzione calcistica italiana si è soffermato sul “caso Acerbi”. Stranamente, lo ha fatto utilizzando parole abbastanza morbide per il difensore (che, lo ricordiamo, oltre ad aver rifiutato la convocazione, ha anche attaccato il Ct Luciano Spalletti). Addirittura si è detto dispiaciuto per la sua assenza:
«Non ci sono commenti da fare. Ognuno di noi sente quello che è il proprio senso di appartenenza. Non entro nel merito delle valutazioni soggettive di Acerbi. Posso solo esprimere un senso di dispiacere nel non poter utilizzare le prestazioni del giocatore. Fermo restando comunque, come ha sottolineato Spalletti, che abbiamo calciatori che possono sostituirlo».
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Infine, il passaggio sulle gare di qualificazione ai Mondiali: «Non dobbiamo cercare alibi in questo momento, abbiamo un obiettivo sul quale siamo tutti concentrati. La qualificazione è fondamentale. Siamo consapevoli delle difficoltà che stiamo vivendo in questo momento, non solo per qualche infortunio di troppo, ma anche per le fatiche che i campionati nazionali e internazionali hanno causato. Il momento è di difficoltà, ma ci appenderemo al grande senso di orgoglio da parte dei nostri ragazzi nel condividere l’orgoglio che ha sempre contraddistinto l’indossare la maglia della nazionale. Questo orgoglio deve generare entusiasmo in tutti i nostri tifosi, che nel 2021 hanno portato a un risultato straordinario e impensabile. Insieme dobbiamo centrare questa qualificazione che manca da un po’ di tempo. Bisognerà dare tutto. Questo chiediamo ai ragazzi, in questo momento sono i ragazzi più pronti per la nostra nazionale».
Le altre parole di Gravina
«Sono molto contento e felice di poter accogliere la Regione Lazio, con la quale stiamo consolidando un rapporto molto strutturato di stretta collaborazione e condivisione di un percorso. La Regione Lazio sta creando un connubio fondamentale tra il calcio italiano, lo sport in generale e il turismo. Oltre all’aspetto tecnico e sportivo che vivremo in questi giorni nella Regione Lazio, dove ci sarà anche la possibilità di scoprire giovani, si potranno scoprire alcune bellezze della Regione Lazio. Sono contento anche di accogliere Tim, un nostro partner storico e che condivide con noi gioie e amarezze nell’evoluzione della costruzione positiva del calcio italiano. Devo congratularmi con il nostro Settore Giovanile Scolastico, le fasi finali sono la punta terminale di un grande lavoro di fondo che è stato portato avanti nella veste tecnica e quella educativa. Voglio curare entrambi gli aspetti, specialmente la fase educativa. Da noi sono tesserati oltre 800 mila ragazzi dai 5 ai 15 ragazzi, il che significa che il 25% della popolazione italiana di quell’età è tesserata. La Federazione perciò ha un ruolo fondamentale nell’educazione dei ragazzi», ha esordito Gravina.
Quanto alla valorizzazione dei giovani talenti: «Dobbiamo sfatare un luogo comune, noi produciamo tantissimi talenti ne è la dimostrazione la prima vittoria nella storia dell’Europeo Under 17. Sotto il profilo della costruzione e della produzione del talento noi siamo primi in Europa, il problema è che per creare il Campione bisogna offrire le opportunità al talento. Ci sono tantissimi giovani di grande prospettiva che vengono emarginati, giocatori che quando entrano fanno la differenza. Non abbiamo la pazienza e il coraggio di investire su questi giovani. Ho visto giocare Yamal a 15-16 anni, aveva dei colpi ma non era quello di oggi. Per diventare il giocatore che è oggi è stato utilizzato per due anni in una squadra di assoluto livello come il Barcellona. Doué ha giocato contro noi nell’under 17 e under 19 di due anni fa e non mi sembrava ci fosse questa grande differenza, dato che i migliori giocatori del torneo sono stati due italiani. Dobbiamo avere solo più coraggio nel dare spazio a questi giovani».