È arrivato anche il gol di Messi (gioiello su punizione): il Mondiale per Club è ufficialmente cominciato

Ci pensano l'arte, la bellezza del gesto tecnico, a prendere il posto delle polemiche e della politica. Vince sempre il pallone, anche a quaranta gradi

Messi

Inter Miami's Argentine forward #10 Lionel Messi scores a goal during the FIFA Club World Cup 2025 Group A football match between US Inter Miami and Portugal's FC Porto at the Mercedes-Benz stadium in Atlanta on June 19, 2025. (Photo by Paul ELLIS / AFP)

È arrivato anche il gol di Messi (gioiello su punizione): il Mondiale per Club è ufficialmente cominciato.

È arrivato il sigillo imperiale. Con tanto di cera lacca. L’imprimatur. Che apre al Mondiale per club le porte della narrazione calcistica. Forse è prematuro parlare di storia del football. Limitiamoci alla narrazione. Fatto sta che il gol di Lionel Messi, direttamente su calcio di punizione, segna un primo e un dopo. Il prima è denso di polemiche, di articoli sugli spalti vuoti, sul gran caldo, sugli spettatori in gila 45 minuti per acquistare a prezzi folli una bottiglietta d’acqua, condizioni da prigionia (e bisogna pure pagare). Nel prima c’è anche la grottesca visita cui John Elkann ha costretto i riottosi calciatori della Juventus catapultati nello studio ovale mentre un certo Donald Trump discettava di nucleare, di Iran e di transgender. Il prima è intriso di politica calcistica, dell’imperialismo della Fifa di Infantino.

Messi, Sergio Ramos: i vecchiacci salvano Infantino

Tra il prima e il dopo, è intervenuto il football. L’arte del pallone. Una punizione dal limite dell’area. Lionel Messi sistema il pallone poco oltre la lunetta. L’arbitro gli è quasi accanto. Lo osserva. Vuole godersi lo spettacolo. Messi, tutto di rosa vestito, guarda la barriera. Un occhio al portiere. Che sta lì, di guardia al primo palo. Lui se ne infischia. Rincorsa e puf, palombella che sorvola barriera e va a morire proprio lì, a pochi centimetri dal primo palo. Nella zona di Claudio Ramos che fa pure per protendersi come i portieri del Subbuteo. Il pallone non lo degna di uno sguardo. E si adagia mollemente nella porta. Inter Miami 2. Porto 1.

Infantino può esultare. Non è solo la vittoria del calcio americano su quello europeo. Sono i vecchiacci che glielo stanno tenendo su questo Mondiale per club. Prima Sergio Ramos, anni 39. Ora Messi, tra una settimana anni 38. Ieri Ruben Neves che proprio vecchiaccio non è, ha 28 anni, è il simbolo della rivelazione saudita Al Hilal. La stampa internazionale è scatenata. Il Guardian lo chiama coppa Gianni. In Germania ne scrivono di ogni sull’accoppiata Trump-Infantino. Ma alla fine il pallone trionfa sempre. Basta una palomba. Una palombella. Ma chiamarla rossa no, chiamarla rossa non si può.

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