Coulthard: «Hamilton in Ferrari è stato come Schumacher che è tornato in Formula 1 con la Mercedes»
La 'sentenza' dello scozzese alla Bild: «Forse vincerà un Gran Premio. Il campionato no, non sembra che possa farcela».

Ferrari's British driver Lewis Hamilton arrives on stage for the presentation of the new Formula 1 car of Ferrari Formula One Team during the Formula One - 2025 season launch “F1 75 LIVE” event at the O2, in London, on February 18, 2025. Ben STANSALL / AFP
Lewis Hamilton e la Ferrari, un matrimonio concretizzatosi appena un anno fa e divenuto effettivo solo da qualche mese, ma che sembra già non avere i margini per decollare. Lo testimoniano le prestazioni del britannico in questo inizio di stagione, ma anche la poca competitività della Rossa affidatagli lo scorso fine febbraio. Una vettura difficile, per un pilota non più nel fior fior della sua giovinezza (eufemismo): tutti gli ingredienti per un progetto destinato a rimanere incompiuto.
Concetto espresso abbastanza esplicitamente anche da David Coulthard, ex alfiere della Formula 1, che ha paragonato il passaggio del sette volte iridato a Maranello a quello di Michael Schumacher in chiusura di carriera alla Mercedes.
Le parole di Coulthard su Hamilton
Già nelle scorse settimane, l’ex pilota scozzese – oggi commentatore televisivo – aveva parlato di un Hamilton «stordito dalle difficoltà di adattamento in Ferrari». In queste ore ha rincarato la dose durante un’intervista rilasciata alla Bild.
«Ho sempre pensato che Hamilton avesse sviluppato un rapporto speciale e di lealtà con la Mercedes. Personalmente sono rimasto completamente disorientato quando ho saputo del suo trasferimento in Ferrari», ha affermato Coulthard.
«È stato un po’ come quando Michael Schumacher è tornato in Formula 1 con la Mercedes, nonostante avesse costruito un’eredità molto importante alla Ferrari. Alla fine, però questo è il viaggio di Lewis, la sua storia, il libro che sta scrivendo».
Quando invece gli è stato chiesto se ritenga Hamilton ancora in grado di conquistare il titolo, il 53enne ha sentenziato: «Forse vincerà un Gran Premio. Il campionato no, non sembra che possa farcela».
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Leclerc: «Possiamo ancora vincere il titolo quest’anno. Non lascio la Ferrari, credo nel progetto e in Vasseur»
“Non perdo la speranza – dice – perché la stagione è ancora molto lunga. L’anno scorso con la McLaren abbiamo visto che era possibile rimontare. La Red Bull ha iniziato molto forte e poi è stata la McLaren a laurearsi campione. Sappiamo che la prossima settimana a Barcellona entrerà in vigore anche una nuova direttiva tecnica che vieta le ali anteriori flessibili che spero possa aiutarci un po’. Non credo nei miracoli, ma in ogni caso darò assolutamente tutto fino alla fine per provare a… vincere il titolo quest’anno. Sembra più complicato del previsto, ma non mi arrendo”.
Gli chiedono se c’è qualche possibilità che lasci la Ferrari: “Ma no. Assolutamente no. Credo nel progetto, credo in Fred Vasseur. È un periodo complicato ed è facile dubitare di sé stessi in momenti come questi. Ma se faccio un passo indietro e guardo questa squadra, non penso di lasciare la Ferrari. Voglio vincere con la Ferrari, l’ho sempre detto. E resterò finché crederò in questo progetto. E ci credo”.
Leclerc e la vita con Hamilton
Com’è la vita con Hamilton? “Onestamente, alla Ferrari c’è sempre stata molta luce. All’inizio della stagione è stato abbastanza folle perché ce n’erano davvero tanti, sia sulla Scuderia che su Lewis, il che è normale. Ora le cose sono diventate un po’ più normali, più calme. D’altro canto, con Lewis le cose vanno davvero bene, andiamo molto d’accordo, lavoriamo molto bene insieme. È un pilota estremamente talentuoso, che ha ottenuto molto in questo sport, che ha vinto di più (105 vittorie, 7 titoli mondiali), è sicuramente il miglior pilota che la Formula 1 abbia mai visto. Per me è una grande motivazione poter dimostrare di cosa sono capace nella stessa macchina in cui si trova lui. L’aspetto organizzativo di Lewis è eccezionale, sia per quanto riguarda i piloti che anche al di fuori della Formula 1. Quando si osservano i piloti dall’esterno, spesso ci si concentra su come lavorano in pista, ma c’è molto altro da fare nella gestione di quella vita frenetica. E ancor di più quello di Lewis”.