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«Supero Lorenzo e se scivolo faccio cadere anche lui»: Valentino Rossi “spiega” i piloti

“L’incidente di Simoncelli fu uno shock tremendo, ma non pensai di smettere. Mi sono fatto un esame di coscienza”

«Supero Lorenzo e se scivolo faccio cadere anche lui»: Valentino Rossi “spiega” i piloti
Jerez de la Frontera (Spagna) 03/05/2018 - gara Moto GP / foto Vincent Guignet/Panoramic/ Insidefoto/Image Sport nella foto: Valentino Rossi

Barcellona 2009, Valentino Rossi supera Lorenzo all’ultima curva. “Una botta di adrenalina pazzesca. Ho ripensato a un attacco simile su Stoner l’anno precedente, al penultimo giro. Ho deciso di provarci. Poi mi sono detto: se scivolo, spero di far cadere anche Jorge. C’era poco spazio, ho scalato una marcia, da terza a seconda. Così ho capito che avrei completato il sorpasso. Quei sei secondi sono stati l’apoteosi”. In quella frase – se scivolo, magari faccio cadere anche l’altro – Valentino Rossi descrive l’essenza del pilota. Il genio e la sregolatezza. Ne ha parlato al podcast di Giacomo Poretti, il “PoretCast”, ripreso dalla Gazzetta dello Sport.

Per me, negli anni ’90, correre nel Motomondiale era come entrare in un cartone animato, mi sembrava qualcosa di impossibile”, racconta Rossi, che poi dice che la sua gag preferita è stata “la bambola gonfiabile. Forse perché era una delle prime. Ricordo che spiazzò i tifosi”.

Poi c’è il ricordo della tragedia di Simoncelli, 23 ottobre 2011. “La sua morte è stata veramente uno shock perché ho perso un amico, ma soprattutto sono stato parte dell’incidente fatale. C’erano 22 piloti in pista e in quel momento sono stato proprio io a colpirlo… Però non ho pensato di smettere. Mi sono fatto un esame di coscienza, ho capito che non avevo potuto evitare quella fatalità. Mi è rimasto il rammarico di aver perso un grande amico”.

Rossi racconta anche il suo addio: “Il Managing Director Jarvis è venuto a Tavullia per comunicarmi che avrebbero preso Fabio Quartararo al mio posto. L’ho spiazzato chiedendogli di passare nel team satellite Petronas e Lin non si è opposto”. Poi ad Assen “sono caduto pesantemente, e ho pensato di smettere. Caso vuole che, proprio in quei giorni, Francesca e io abbiamo saputo che sarebbe arrivata Giulietta”.

Ora ha la sua Academy tra le altre cose: “I piloti sono tutti teste di cazzo e peggiorano quando diventano forti. Non è facile gestirli, ma mi piace”.

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