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Stadio Maradona: per investire, De Laurentiis vuole skybox, aree commerciali, niente pista d’atletica

Repubblica: tra domani e sabato l’incontro col sindaco Manfredi per capire le intenzioni del presidente del Napoli che ha visto il masterplan

Stadio Maradona: per investire, De Laurentiis vuole skybox, aree commerciali, niente pista d’atletica
Mg Napoli 02/04/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Milan / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis

Stadio Maradona: per investire, De Laurentiis vuole skybox, aree commerciali, niente pista d’atletica

Repubblica Napoli, con Pasquale Tina, scrive del prossimo incontro tra il sindaco Gaetano Manfredi e il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Si parlerà dello stadio, della ristrutturazione del Maradona, e anche dell’eventuale festa scudetto.

I due, scrive Repubblica (con Pasquale Tina), potrebbero incontrarsi domani o sabato nell’immediata vigilia del match col Genoa.

Dello stadio scrive:

Le premesse per partire col restyling, dunque, ci sono tutte, ma sarà fondamentale valutare le intenzioni del presidente De Laurentiis di investire sulla struttura di Fuorigrotta in base ai suoi desiderata su uno stadio nuovo. Il numero uno azzurro – che nei mesi scorsi aveva valutato l’ipotesi di costruire un impianto in provincia – è tornato a prendere in considerazione con molta attenzione la possibilità di rimanere al Maradona senza rinunciare ad alcuni capisaldi: la realizzazione di skybox, la presenza di aree commerciali e naturalmente la rimozione della pista d’atletica per avvicinare gli spalti al campo. Manfredi gli illustrerà nel dettaglio il masterplan – che De Laurentiis ha già ricevuto – per capire come procedere. Entro un paio di settimane, il Comune vuole definire la partita del Maradona. Il dialogo col Napoli ovviamente è fondamentale, ma da Palazzo San Giacomo non escludono un piano B (cercando i fondi altrove), qualora non si trovasse l’intesa col presidente del Napoli.

Il terzo attore di questa partita è naturalmente il Governo: la ristrutturazione degli stadi italiani è diventata una necessità e il Ministro dello Sport Abodi ha ribadito pure nei giorni scorsi l’imminente nomina di un commissario ad hoc per snellire la macchina ammini-strativa, da sempre una delle preoccupazioni di De Laurentiis. Risolverle sarebbe un grande passo in avanti.  

Stadio Napoli, Zavanella: «sì alla ristrutturazione del Maradona. Servono 100 milioni e circa due anni» (4 aprile)

Ristrutturare il “Maradona” o costruire un nuovo stadio? Il tema continua ad essere caldissimo nell’ambiente Napoli e prossimamente sono attese novità. Intanto, l’architetto Gino Zavanella – uomo fidato del presidente De Laurentiis – ha fatto il punto della situazione ai microfoni di Radio Napoli Centrale sostenendo fortemente la prima opzione.

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«È qualche giorno che non sento il presidente, ma stiamo andando. L’idea è di uno stadio totalmente coperto: tutti seduti e senza pista d’atletica. Napoli merita uno stadio all’avanguardia. Il presidente lo vuole fortemente, così come la città», ha esordito Zavanella.

Chiara la questione riguardante i costi di ristrutturazione. «Bisogna stabilire cosa c’è intorno. È importante avere spazi e un’architettura che si possa utilizzare quando non c’è la partita. Sono due concetti diversi ma che si devono unire. Le strutture adiacenti commerciali possono rendere più sostenibile l’intero progetto. La parte commerciale deve essere ampia e sostenere diversi servizi. Cifra? Probabilmente oltre i 100 milioni. Agibilità? Se bisognerà mantenere lo stadio aperto facendo i lavori i tempi e i costi sono molto diversi. Se dovessi dare un consiglio direi di trovare un’altra soluzione, almeno per un altro campionato».

Per quanto concerne invece la possibilità di demolire il Maradona e poi costruire un nuovo impianto, il parere di Zavanella è incontrovertibile: «Assolutamente no, lo escludo categoricamente».

Tornando allora alla ristrutturazione dell’ex “San Paolo”, l’architetto si è soffermato sui tempi dei lavori: «Circa due anni, o due anni e mezzo. Oggi le tecnologie permettono di fare lavori in modo veloce, poi dipenderà anche se il Napoli continuerà a giocare nello stadio durante i lavori oppure no. La capienza, eventualmente, deve avere un minimo di sostenibilità per l’attività agonistica».

Infine, il passaggio sull’eliminazione o meno della famosa pista d’atletica: «È un tema politico e non calcistico, e nemmeno tecnico. La mia idea è che uno stadio di calcio non debba avere la pista d’atletica, come ormai avviene ovunque. Se rimane la pista è ovvio che lo stadio non è destinato soltanto al calcio. Quando iniziare i lavori? Prima possibile, o al più tardi entro un anno, altrimenti diventa davvero difficile».

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