Salvatore Bagni e l’inchiesta delle Iene: «Vuoi giocare in C? Paga 30.000 euro e ti trovo squadra»

Nel servizio Luca Sgarbi si finge fratello di un giovane calciatore, si rivolge così al talent scout Bagni, ma scopre che l'interesse dell'ex calciatore di Inter e Napoli si concentrerebbe più sui soldi che sulle reali capacità del ragazzo.

Salvatore Bagni

Db Milano 06/06/2011 - assemblea ordinaria Lega Calcio Serie A / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Salvatore Bagni

Salvatore Bagni, ex calciatore ed ex dirigente del Napoli, è finito nell’occhio del ciclone per un servizio che è andato in onda su Italia 1, nel corso della trasmissione “Le Iene“. Nel servizio la nuova Iena Luca Sgarbi si finge fratello di un giovane calciatore per indagare sull’accesso alle squadre professionistiche. Si rivolge così al talent scout Salvatore Bagni, ma scopre che l’interesse dell’ex calciatore di Inter e Napoli si concentrerebbe più sui soldi che sulle reali capacità del ragazzo.

Questa l’anteprima pubblicata dalla Gazzetta

“Però ti spiego, perché bisogna esser chiari… noi abbiamo quest’agenzia nostra io e mio figlio, però quelli che noi andiamo a cercare noi li paghiamo perché li cerco io, li scelgo io. Ma tutti quelli che non cerchiamo noi, noi ci facciamo pagare, ovviamente perché il ragazzo non ti fa guadagnare niente”: così Bagni spiega ‘le regole’, secondo le quali se è lui a trovare il ragazzo, allora è disposto ad investire. Viceversa, il giocatore deve pagare. Le cifre? “Noi meno di 30 mila euro non facciamo con nessuno” e rivela che alcuni di quelli che avrebbe piazzato “pagano due 30mila euro e uno 40mila. Sono tutti imprenditori, perché non lo può fare l’operaio”. E le valutazioni tecniche si lasciano a chi si fa avanti, senza la visione di video o partite. Il talento passa quindi in secondo piano: “Noi andiamo sempre sul cash. Se proprio si è impossibilitati, si può fare una sponsorizzazione: così da poter fare ‘regali legali’. Ti dico, la C non è un problema: chiamo, chiedo un favore”. Nel corso della conversazione, emerge il potere contrattuale di Bagni: “Tutti mi devono qualcosa, per quello che li piazzo da tutte le parti, tutte le società: io sono corretto, loro devono essere corretti con me, non ce n’è. Noi di quelli che pagano ne abbiamo 13. Sono tutti nei settori giovanili professionisti. Quelli che non scegliamo noi, devono pagare, per forza”. Ad entrare in scena è il ds del settore giovanile della Vis Pesaro, squadra che milita in Serie C: “Poi la nostra fortuna è che io non nascondo niente perché la mia società è al corrente di tutto, dalla cosa sbagliata alla cosa giusta. Adesso è stata fatta una cosa sbagliata, lui (il mister?) lo sa”. Messo alle strette dalla Iena sulla speculazione sui sogni dei ragazzi e sui soldi in nero chiesti alla famiglia, Bagni risponde: “Se il sogno di un ragazzo è di giocare nel settore giovanile di qualsiasi squadra…”. 

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