Basta il colpo di testa di Dovbyk ai giallorossi perché Ranieri continui la sua impresa, in attesa di Bologna-Juventus.

Claudio Ranieri continua nella sua impresa. La Roma vince 1-0 contro la Fiorentina e si porta a 63 punti, al quarto posto, in attesa di Bologna-Juventus di questa sera che sono poco dietro.
Roma in piena corsa Champions, vince 1-0 contro la Fiorentina
Un primo tempo equilibrato tra le due squadre, Moise Kean il più pericoloso per i Viola ha impegnato due volte Svilar; per i giallorossi, grande occasione di Shomurodov che tenta un gran gol con un sinistro al volo, ma De Gea alza il pallone sopra la traversa. La rete della Roma arriva a tempo scaduto con un colpo di testa di Dovbyk, scatenando le proteste del tecnico Palladino proprio perché i minuti di recupero erano terminati da pochi secondi.
Nella seconda metà di gara la Roma ha arretrato il proprio baricentro, sfruttando le ripartenze quando la Fiorentina perdeva palla nella metà campo d’attacco. All’82esimo si rende ancora pericoloso Kean con un’imbucata di Gudmundsson, ma Svilar riesce a fermarlo in due tempi.
Quanto Ranieri sprecato, il fuoriclasse che l’Italia ha trattato da provinciale e da bollito
Non arrivandoci in proprio – il limite è quando il cervello prende a sanguinare, lì ci fermiamo – abbiamo chiesto a ChatGpt perché Claudio Ranieri non è mai stato scelto come commissario tecnico della Nazionale. È un cruccio. Abbiamo evitato di premettere alla povera intelligenza artificiale che ad un certo persino Ventura hanno fatto ct: pur con tutta la potenza di calcolo di questo mondo non avrebbe retto. Ebbene, la risposta è esemplare: “per un misto di fattori politici, caratteriali e – diciamolo – di pura sfortuna storica”. E diciamolo pure, cara Chatty. È arrivato – ma da tipo dieci anni almeno – il momento di dire che Claudio Ranieri è un malinteso: uno dei più grandi allenatori del calcio mondiale trattato come un “provinciale”. Per tutta la sua pressoché infinita carriera. Un basista di imprese sempre altrui. Uno “bravo, certo, ma”. Quel “ma” è un reato storico.