A Madrid sanno essere gloriosi ma anche crudeli quando non si vincono titoli (Valdano)
Su El Paìs. "Dopo l'errore di Muñoz contro il Barça molti tifosi sono esplosi sui social con messaggi disgustosi. Dicevano che avrebbero segnato persino loro: non è vero, si sarebbero fatti sotto"

Real Madrid's Spanish president Florentino Perez poses upon arrival to attend the 2022 Ballon d'Or France Football award ceremony at the Theatre du Chatelet in Paris on October 17, 2022. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)
Jorge Valdano, dalle colonne di El País, ha tracciato un’analisi lucida (e amara) del momento che attraversa il Real Madrid. Un club abituato alla gloria, ma che nei momenti di difficoltà rivelano anche il volto più spietato del suo ambiente troppo “ben abituato” o esigente. Dall’esordio sfortunato del giovane Víctor Muñoz all’addio silenziosamente doloroso di Ancelotti, Valdano denuncia la crudeltà di una tifoseria che, travolta dall’ossessione per la vittoria e da aspettative fuori misura, dimentica il rispetto e la memoria. E invita, con toni pacati ma fermi, a recuperare uno sguardo più umano verso un club così vincente.
Madrid sa essere crudele con il Real quando non si raggiungono titoli (El Paìs)
Scrive così El Paìs, a firma Jorge Valdano:
“Il Madrid è grande, popolare, glorioso, una fortezza inespugnabile quando arrivano i titoli. Ma quando non raggiunge il massimo livello competitivo, sa essere anche crudele. Se gettiamo un amo nell’immaginario madridista, troviamo esemplari di varia natura, ma nei momenti difficili abboccano i peggiori. Lo sanno Ancelotti, Rodrygo, Lucas Vázquez, Víctor Muñoz… Le vittime non mancano quando la squadra non vince. E i principali carnefici sono una pattuglia di odiatori che si spacciano per difensori del madridismo.
Víctor Muñoz ha avuto un uno contro uno contro il Barça, ma il pallone ha preso un rimbalzo sbagliato proprio al momento del tiro ed è finito fuori. Più che un errore è sembrato un sacrificio. I social sono esplosi con messaggi disgustosi da parte di gente convinta che quel gol lo avrebbero segnato anche loro. Ma no. Voi vi sareste fatti sotto solo a uscire dal tunnel degli spogliatoi. […]
È il calcio, mi diranno, con il suo pendolo che accarezza nei giorni di gloria e si trasforma in palla da demolizione nei momenti duri. Ma è la vostra squadra, è un ragazzo cresciuto nel vivaio, è il sogno atteso a lungo di un giovane a cui è stato rovinato il battesimo. […] Se a Víctor Muñoz hanno rovinato il debutto, a Carlo Ancelotti hanno rovinato l’addio. Il passato gli dona, con il ricordo indimenticabile di un mazzo di grandi titoli e un atteggiamento sempre dignitoso. Il vangelo secondo Ancelotti dovrebbe diventare obbligatorio nel club. Anche il futuro gli si addice, quando tornerà al Bernabéu e sarà applaudito come la leggenda che è. Ma il presente è difficile da digerire. […]
Mancano pochi giorni per lasciarsi alle spalle questo brutto periodo, ma è bene non dimenticare la gloria portata da diversi giocatori della rosa che oggi vengono messi in discussione. Che la famosa maggioranza silenziosa riattivi la memoria e faccia sentire la propria voce sopra i cretini che, per troppo amore verso il club, finiscono per denigrarlo.”