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Orsolini: «Fossi un qualsiasi giocatore, mi prostituirei per venire a Bologna. Si sta da Dio»

Al CorSera: «Questa è stata la mia miglior stagione perché l’ho vissuta col sorriso. Il “toc toc” per Spalletti? In realtà c’è un mio amico che produce infissi ad Ascoli Piceno».

Orsolini: «Fossi un qualsiasi giocatore, mi prostituirei per venire a Bologna. Si sta da Dio»
Mg Bologna 20/04/2025 - campionato di calcio serie A / Bologna-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Riccardo Orsolini

Riccardo Orsolini, intervistato dal Corriere della Sera, in vista della finale di Coppa Italia tra Bologna e Milan di mercoledì sera.

Orsolini: «Fossi un qualsiasi giocatore, mi prostituirei per venire a Bologna. Si sta da Dio»

Tredici gol in campionato, l’ultimo a San Siro al Milan. Un Riccardo Orsolini in versione Orsonaldo?

«Ho segnato dalla mia mattonella, in quel gol c’è tutto me stesso. Attacco alla profondità, rientro e tiro. San Siro mi porta bene, mi gasa».

È stata la sua stagione migliore, può crescere ancora?

«Ho raggiunto un livello di maturità tale per capire tante cose. È stata la miglior stagione perché vissuta con il sorriso: non sempre è successo».

Ogni gol un «Toc toc» alla telecamera: ne ha fatti 13. È un messaggio a Spalletti che non la convoca in Nazionale?

«C’è un mio amico che produce infissi a Rotella, vicino Ascoli Piceno (ride)».

Spalletti ha detto: «Saremo attenti a chi bussa alla nostra porta». Si riferiva a lei…

«Posso controllare quello che posso cambiare, sulle decisioni altrui non ho potere. Mi piacerebbe anche volare, ma l’uomo non vola. La domanda va fatta al ct».

Ansia per la finale di Coppa Italia di mercoledì?

«Non ho mai giocato partite che contano davvero. Da una parte speri di vincere e sei un po’ teso, è una finale. Ci sarà un esodo, abbiamo spostato il Dall’Ara a Roma più che per lo spareggio-scudetto del 1964 con l’inter: una roba che succede per il Papa. Poi vedrò il presidente Mattarella, è simpatico. Ricordo sotto il Covid quando si sistemava i capelli e fece quella battuta sul non poter andare dal barbiere».

All’inizio aveva la fascia di capitano, poi Italiano gliel’ha tolta. L’ha presa male?

«Non è stata una punizione. Io devo giocare senza pensieri o responsabilità, libero. Sono contento di averla avuta per primo in Champions, ma un capitano si vede in altro: sono un trascinatore, la fascia è appena un pezzo di stoffa».

È il volto di Bologna: vuole restare per sempre?

«Ho 28 anni, un contratto fino al 2027, sono legato in un modo folle a Bologna, ci siamo fusi. Ho fatto 70 gol e mai una volta ho baciato il simbolo sulla maglia e non lo farò mai: non prometto, non mi piacciono le prese in giro. Al Bologna c’è tutto per restare in alto. La prossima Supercoppa in Arabia sarà un altro passo di crescita: il “Califfato dell’orso”. Fossi un giocatore mi prostituirei per venire a Bologna. Si sta da Dio».

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