In conferenza: «Contento di quello che fa con e senza palla. Inter-Barça? Sudo a pensare a questa semifinale. Ho un passato e questo amore per il Barça non svanirà mai»

La conferenza stampa di Luis Enrique, tecnico del Psg, che domani sera affronta il ritorno della semifinale di Champions contro l’Arsenal. Il Paris deve difendere e confermare l’1-0 maturato all’andata. Nel frattempo il tecnico non vuole pensare al suo compleanno, l’8 maggio compirà 52 anni.
«Grazie per gli auguri, ma in questo momento non sto pensando al mio compleanno. L’anno scorso è stato lo stesso, e l’8 maggio non è stato un gran giorno. Ma ho una seconda possibilità, e spero che vada diversamente. Altrimenti, la accetterò».
Luis Enrique: «Inter-Barça? Sudo a pensare a questa semifinale»
La sensazione di aver costruito una squadra più adatta a te ti dà un po’ più di fiducia rispetto a un anno fa, prima della semifinale di ritorno contro il Dortmund?
«Ne abbiamo già parlato. È normale, nel processo di costruzione di una squadra, che ci siano aspetti da migliorare nella prima stagione. Ma la seconda stagione è un anno di crescita, più chiaro in termini di fiducia nelle nostre risorse. Il nostro obiettivo per i prossimi anni sarà quello di migliorare ulteriormente questo processo. Stiamo vivendo una grande evoluzione e vogliamo continuare ad andare avanti e migliorare i risultati della scorsa stagione».
Quali leve sta usando:
«Non sto usando niente in particolare, si tratta di vivere una data particolare, che sarà la partita di domani. Credo che sia questo lo stato d’animo che la squadra deve avere, ce lo siamo meritato. Dobbiamo giocare questa partita di ritorno e vincerla».
Il pensiero di Luis Enrique su Arteta, tecnico dell’Arsenal:
«Ho avuto la fortuna di conoscere Mikel quando ero giocatore. Era molto giovane e lo ricordo come una persona forte. Era un grande giocatore, è un ottimo allenatore. Gli auguro il meglio, ma non per la partita di domani».
Il centrocampo è diventato il punto di forza della vostra squadra?
«Non credo che ci sia un solo reparto in squadra che sia superiore agli altri, credo che questo sia il grande successo di questo Psg. Non siamo una squadra calcolatrice. Cerchiamo di ripetere lo stesso meccanismo di partita. Non è facile, richiede una mentalità e dei principi molto chiari. La partita di domani sarà difficile. È complicata sulla carta, ma cercheremo di ripetere quello che abbiamo fatto fin dal primo giorno. Con la qualità che ho, lo vedo come un vantaggio».
Dembélé sarà in squadra:
«Si è allenato con il gruppo per due giorni. Lo avrò a disposizione domani. Lui sottovalutato? Ha tratto beneficio dal periodo trascorso in diversi club con diversi modi di giocare e, naturalmente, la sua esperienza al Barcellona è stata molto utile, con una filosofia di gioco simile a quella che vogliamo trasmettere. E sì, parlo molto con lui prima della partita, a seconda degli spazi liberi che possiamo aspettarci. Dipende dalle partite, dall’avversario, e mi piace molto condividere queste cose con i giocatori».
Luis Enrique sugli elogi che riceve la sua squadra. I tifosi apprezzano che Luis Enrique arrivi al centro sportivo del Psg in bicicletta:
«La pedalata è lunga solo 9 chilometri, quindi non merito molti complimenti; mi permette principalmente di schiarirmi le idee. La squadra ha ricevuto molti elogi per il modo in cui gioca e attacca. Il calcio è uno spettacolo. Credo che ci siamo riusciti. Se ci sono elogi da parte di persone diverse dai nostri tifosi, legati alle nostre prestazioni, è meraviglioso».
Il suo favorito per Inter-Barça:
«Sudo a pensare a questa semifinale. Vorrei solo una cosa per la finale: che il Psg sia lì. Ho un passato e questo amore, questo attaccamento che provo per il Barcellona non svanirà mai».
Luis Enrique sui fattori chiave della partita di ritorno:
«Soffriremo sicuramente perché i nostri avversari non hanno un risultato favorevole. Dobbiamo replicare il più possibile la prestazione dell’andata per vincere il ritorno e rimanere fedeli alle nostre idee».
Come ha preparato Luis Enrique il match?
«Tutti gli allenatori hanno un impatto sulla loro squadra in base a ciò che cercano di trasmettere. Ho sempre detto di avere giocatori eccellenti e in ogni club cerco di migliorarli. Cerco sempre di fare il mio lavoro e di dare una versione migliore dei giocatori e della squadra».
La gestione degli spazi sarà uno degli aspetti chiave, dato che l’Arsenal dovrà aprirsi?
«Il risultato determina tutto. La partita può andare in un modo o nell’altro. Se non va come vogliamo, cercheremo di comportarci come all’andata. Ma il ritorno non sarà per niente come l’andata».
Ti aspettavi così tanto da Kvaratskhelia?
«Quando abbiamo avuto l’opportunità di prenderlo una o due stagioni fa, non ci siamo riusciti. Lo conoscevamo bene. È giovane ma ha molta esperienza. Devo dire che per un giocatore che cambia Paese, che cambia calcio, è difficile. Ha affrontato questo processo con grande apertura mentale. Le sue qualità sono superiori alla media, sono molto orgoglioso delle sue prestazioni, contento di quello che fa con e senza palla».