Il tecnico nerazzurro sembra quasi “ancelottiano”. Anche prima di conoscere l’esito della finale, bisogna riconoscere i meriti di Inzaghi.

Simone Inzaghi è stato spesso criticato per la gestione dei cambi nella seconda metà di gara. In Champions, però, ha deciso il match contro il Barcellona proprio con un uomo che partiva dalla panchina, ovvero Davide Frattesi.
I meriti di Inzaghi in Champions sono stati anche sulla gestione dei cambi
La Gazzetta dello Sport scrive con Arianna Ravelli:
Forse non a caso, gli elogi maggiori a Simone Inzaghi in questi mesi sono arrivati dall’estero. Anche prima della notte di San Siro, Inzaghi aveva già collezionato una serie di ammiratori. In Italia non è andata sempre così. Esaltazioni, certo, accompagnate da un basso continuo di critiche, hanno caratterizzato il percorso di Inzaghi interista. E il motivo lo ha spiegato dopo l’impresa di San Siro uno dei suoi fedelissimi, Federico Dimarco: «Da quando abbiamo perso lo scudetto al primo anno con il Milan è stata tutta una salita. Quello che è venuto dopo ce lo siamo meritati». Ecco il peccato originario, che molti tifosi e commentatori non hanno mai perdonato a Inzaghi, a cui si aggiunge il dato dei 15 punti in meno in campionato rispetto alla scorsa stagione e la prospettiva molto probabile di uno scudetto che ha preso la via di Napoli. Anche prima di conoscere l’esito della finale è opportuno mettere qualche punto fermo adesso e riconoscere i meriti di Inzaghi che, fino a qui, ha avuto ragione anche sulle modalità di gestione delle risorse e dei cambi.
Criticato per la ripetitività delle scelte, non solo su titolari e cambi, ma anche sui minutaggi da attribuire ai singoli. Ha vinto una semifinale ai supplementari contro una squadra mostruosa proprio con il contributo decisivo dei subentrati come Frattesi, che ha pensato di andare altrove per giocare di più, e invece ha finito per essere decisivo qui. E poi è un fatto che il gruppo non ha mai perso la sua compattezza e in questo il leader ha sempre un ruolo decisivo. Sempre Dimarco: «Anche nei momenti di difficoltà sa spezzare la tensione con qualche battuta, questa è la sua grande forza». Sembra la descrizione di un tratto ancelottiano anche se l’attivismo (eufemismo) dell’ultimo Inzaghi in panchina sembra dare ai suoi quella carica che forse solo Mourinho aveva saputo trasmettere da queste parti. E sappiamo com’è andata a finire.