È tornata l’Inter di Inzaghi che è stato perfetto anche con i cambi (Gazzetta)

Elogi dai maggiori quotidiani. La Repubblica aggiunge "Mourinho arrivò in finale perdendo al Camp Nou" e il Giornale "Non si dica che l'Inter si è solo difesa, contro il Barça ci si adegua"

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Db Milano 27/04/2025 - campionato di serie A / Inter-Roma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Simone Inzaghi

L’Inter è riuscita nell’impresa di pareggiare (giocando anche piuttosto bene) in casa del Barcellona per 3-3. Giustamente in tanti commentano positivamente la capacità dell’Inter di segnare tre gol in casa dei blaugrana di Yamal, Pedri e di Raphinha. Ne parlano sia la Gazzetta dello Sport, che La Repubblica che il quotidiano Il Giornale. Tutte e tre le testate convengono sui meriti dell’Inter e di Inzaghi (specialmente la Gazzetta), dopo che i nerazzurri venivano da tre sconfitte di fila senza segnare un gol tra campionato e derby di Coppa Italia.

Questa volta Inzaghi ha saputo intercettare stanchezza e rassegnazione (Gazzetta)

Così la Rosea commenta in estratto la gara di ieri:

“Incontenibile Dumfries: due gol e un assist. Uno spettacolo di potenza e personalità. Ma non sfugga la crescita tecnica. Freccia Nera alla Jair: ne ha onorato il ricordo. Yamal è stato una gioia per gli occhi. Ha trasmesso la stessa sensazione che davano Ronaldo e Messi con la stessa maglia: lui giocava su un livello, gli altri 21 su un cielo inferiore. Ogni palla che toccava, era una minaccia. Un gol, un palo, tante magie, ma senza mai strafare: solo giocate utili, da fuoriclasse maturo. A 17 anni. […]

Ma bravi tutti, a cominciare da Inzaghi che, questa volta, è riuscito a intercettare stanchezza e rassegnazione e, con l’aiuto della musichetta di Champions, ha rigenerato la truppa. Ragionavano alla vigilia: la chiave è vedere come stanno i convalescenti Dumfries e Thuram. La risposta arriva dopo 30”; l’olandese galoppa a destra e, dopo un primo tentativo respinto, crossa basso per Thuram che irrompe e accarezza di tacco in rete. Inter in vantaggio nel gelo olimpico del Montjiuc.”

Così la spiegazione del suo 7 (di Inzaghi) in pagella:

“Rieccola, la sua Inter. È stata la partita che immaginava, forse avrebbe sperato maggior qualità nelle uscite. Cambi al momento giusto, bravo anche a scegliere di giocare con una punta in meno nel finale”.

La Repubblica è più cauta, ma segue la Gazzetta sulla grande prestazione dell’Inter:

“Novanta minuti nella bolgia di San Siro, partendo da un 3-3 che vale come uno 0-0. Grazie al coraggio con cui si è presentata in campo a Barcellona, l’Inter si è regalata il privilegio di giocarsi l’accesso alla finale in gara secca, nel campo per niente neutro del Meazza, che vibrerà, urlerà e pulserà nel tentativo di spingere la squadra di Inzaghi dove è già stata due anni fa e dove ferocemente vuole tornare. Sono tanti, tre gol segnati in casa del Barcellona in una semifinale di coppa. E sembrano poche, tre reti subite da una squadra che ha una qualità tecnica sovrumana e riesce a fare a duecento all’ora ciò che gli altri faticano ad abbozzare a velocità normale. […]

La gara di ritorno dirà se ai ragazzi di Inzaghi sia giusto riconoscere le stimmate degli eroi, per questo pareggio catalano. Quelli di Mourinho, quindici anni fa, se le conquistarono perdendo al Camp Nou. Quel che conta ora per i nerazzurri è vincere, in qualsiasi modo, martedì prossimo. Per allora potrebbe essere rientrato Pavard, importantissimo. Per Lautaro sarà più dura: si può solo sperare”.

Infine, un estratto de Il Giornale sulla prestazione (poche parole sul tecnico ndr):

“Apre Thuram, dopo 30 secondi appena: un colpo di tacco illuminato e imprevedibile sul centro di Dumfries. Altri 20 minuti e lo stesso Dumfries raddoppia in acrobazia, un colpo da circo, a chiudere un angolo di Dimarco corretto da Acerbi. Solito Barcellona, altissimo e attaccabile in velocità, l’ideale per una squadra capace di ripartire come l’Inter. A quel punto, sullo 0-2, ci sarebbe tutto perché la più temuta delle partite si trasformi nella più grande delle imprese. Prima però c’è da fare i conti col più grande giocatore oggi al mondo, Lamine Yamal. […]

La gabbia c’è, ma non basta. Parte largo, si accentra, finta, accelera, tira, passa, fa esattamente sempre ciò che sai che farà e che però ugualmente non ti aspetti. Nessuno, nemmeno Messi era tanto forte alla sua età. Forse Pelé, per chi l’ha visto. Lamine segna un gol pazzesco, ma più bella ancora è l’azione successiva, 2 minuti dopo. […]

Prima dell’intervallo si fanno male Koundé per Flick e Lautaro per Inzaghi: stiramento ai muscoli flessori della coscia sinistra per il Toro, all’ottava partita da titolare in 25 giorni, le fatiche non fanno sconti, e adesso chissà quando tornerà. […] Tanto Barça, ma altrettanta Inter, sempre in contropiede. Segna Mkhitaryan, ma è in fuorigioco per pochi centimetri. L’ultimo guizzo catalano ovviamente è di Lamine, che centra un’altra traversa. L’Inter è esausta, Taremi l’unica punta, ma il Barcellona non passa oltre. E guai a dire che l’Inter si è difesa troppo, perché contro questo Barça non si sceglie, ma ci si adegua”.

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