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Di Canio: «Conte è un Re Mida, è primo con un centravanti che ha segnato nove gol su azione»

A La Stampa: «Dal Napoli in giù, è una stagione di poca qualità. Si viaggia su una media di 50 gol per vincere un campionato. Quarto posto? Per me ci va il Bologna».

Di Canio: «Conte è un Re Mida, è primo con un centravanti che ha segnato nove gol su azione»
archivio Image Sport / Paolo Di Canio / Swindon Town / foto Imago/Image Sport

In un’intervista a La Stampa, l’ex calciatore Paolo Di Canio ha parlato della lotta al quarto posto in Serie A e del Napoli di Antonio Conte che ha tre punti di vantaggio sull’Inter per vincere lo scudetto.

Di Canio: «Conte è un Re Mida, è primo con un centravanti a quota 9 gol su azione»

Dal Napoli in giù, è una stagione di poca qualità?

«Sì. Conte è un Re Mida, quello che tocca trasforma in oro: è primo con un centravanti, Lukaku, a quota nove gol su azione, dodici in totale. Un’anomalia…».

Pochi gol, poca sensibilità a dominare l’avversario…

«Psg, Bayern, Liverpool vincono segnando dagli ottanta ai novanta gol, da noi si viaggia poco sopra ai cinquanta».

Perché bisognerebbe puntare sulla Juve?

«Tudor ha dato organizzazione ad una squadra in cerca di serenità: ora chi va in campo ha la testa libera e sa cosa deve fare. Sta facendo bene perché sa cambiare in base all’avversario che si trova di fronte».

E perché invece scommettere sulla Roma?

«Lo spirito di Ranieri è stato recepito dal gruppo: il tecnico ci ha sempre creduto e ha convinto lo spogliatoio che si può vincere anche solo con un tiro. Ma per me resta il Bologna la più seria candidata al quarto posto».

La Stampa ieri: a Napoli il tecnico conferma qualità da Re Mida

L’analisi di Antonio Barillà:

Tre soli gradini separano il Napoli capolista dall’Inter, non bastano per regalare sicurezza a Conte né per negare speranza a Inzaghi, è indubbio però che pesino a tre partite dal gong, ancor di più se garante è un tecnico moltiplicatore di motivazioni e punti. A Napoli conferma qualità da Re Mida, capace di allenare cuore e testa oltre alle gambe, come da titolo dell’autobiografia per altro antecedente ai successi con Chelsea e Inter. Ben sappiamo quanto nel calcio sia radicata la scaramanzia, ma il riconoscimento è a prova di bomba perché il sogno tricolore rapisce un Napoli già oltre se stesso, ricostruito sulle macerie d’un decimo posto e senza più Osimhen e Kvaratskhelia, simboli dell’epopea spallettiana.

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