Cobolli sul New York Times: promettente come Fonseca e Shelton, poteva fare il calciatore
"E' un talento emergente, ha la Roma nel cuore e parla così piano che a volte non si riesce a sentirlo"

Roma 12/05/2022 - Internazionali BNL d'Italia / foto Imago/Image Sport nella foto: Flavio Cobolli ONLY ITALY
“È un giovane tennista italiano, ma non è Jannik Sinner o Lorenzo Musetti . È un atleta emergente, ma non è un Ben Shelton o un Joao Fonseca . Avrebbe potuto diventare un calciatore famoso, ma da adolescente abbandonò il settore giovanile della Roma , un club di Serie A. E parla così dolcemente che a volte è impossibile sentirlo senza avvicinarsi”. Chi è? E’ Flavio Cobolli, sul New York Times. Uno che nella stessa descrizione del Nyt “è passato inosservato durante la sua giovane carriera tennistica”, ma ora non più. Proprio no. Ha vinto il suo primo Atp 500, e soprattutto un ritratto sul sito del più importante giornale del pianeta.
“Cobolli attribuisce in parte i suoi progressi all’allenamento pre-stagionale svolto in Spagna con un vecchio amico, Carlos Alcaraz. I due si sono conosciuti più di dieci anni fa nel circuito juniores, dove Cobolli una volta ha vinto un doppio contro lo spagnolo. E lui l’ha promosso pubblicamente: “Ha davvero il livello per essere lì. Ha delle mani davvero buone, un tocco davvero buono. Quello con cui aveva difficoltà era trovare i colpi giusti al momento giusto. Probabilmente era un po’ incostante, come me a volte”.
Cobolli è sponsorizzato da On, che ha nella sua “squadra” anche Iga Świątek, Ben Shelton e Fonseca. “L’ingresso di Cobolli ha accresciuto la sua popolarità e, con un gioco basato più sullo stile che sulla potenza – è alto solo 1,80 m – i suoi incontri possono essere esplosivi”.
Mediaticamente attrae molto il suo passato da calciatore. Un po’ come per Sinner lo sci. “Terzino destro nelle giovanili della Roma per cinque anni, a 14 anni ha scelto la carriera tennistica. Anche suo padre e allenatore, Stefano, era un giocatore professionista, raggiungendo il suo massimo storico al numero 236 del ranking. Molti dei suoi amici sono poi entrati a far parte della prima squadra della Roma, con molti dei quali gioca a padel. Sebbene nato e cresciuto a Firenze, la Roma è la passione più grande di Cobolli. Va alle partite ogni volta che può e segue la squadra ossessivamente durante il tour, preferendo generalmente guardare il calcio al tennis. Quando ha vinto il titolo di doppio maschile del Roland Garros a 18 anni nel 2020, Cobolli ha festeggiato alzando al cielo una sciarpa della Roma. Non l’aveva pianificato; è stato semplicemente il momento giusto. La sua passione si estende anche a uno dei suoi tanti tatuaggi. Ha la frase italiana “Sei tu l’unica mia sposa, sei tu l’unico mio amor” tatuata sul petto. È una citazione sulla Roma della leggenda del club Daniele De Rossi. Cobolli descrive De Rossi come il suo “idolo fuori dal campo”.
Era compagno di squadra di Calafiori. “Abbiamo giocato nella stessa squadra alla Roma, e lui era fantastico con i piedi. Io sono un po’ più bravo con le mani”. E di Bove.
“Si diverte ancora a giocare a calcio-tennis con alcuni dei suoi colleghi del circuito Atp, tra cui altri talentuosi calciatori come Alcaraz e Sebastian Korda, che cita come uno dei migliori dello spogliatoio. Anche Korda è vicino ai vertici del calcio: la sua ragazza Ivana è la figlia di Pavel Nedved”.
Cobolli però preferisce il tennis: “Non mi piace giocare in squadra. Mi piace giocare da solo. Amo stare da solo nella mia vita. Non mi piace perdere per colpa di qualcun altro. Voglio vincere per merito mio“