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La Wada: «Per Sinner chiediamo lo stop tra uno e due anni. Gli atleti spingono per sanzioni severe sul doping»

Alla Stampa: «Senza il principio di responsabilità oggettiva “non ci sarebbe alcun antidoping e i drogati vincerebbero”»

La Wada: «Per Sinner chiediamo lo stop tra uno e due anni. Gli atleti spingono per sanzioni severe sul doping»
Db Torino 14/11/2024 - Atp Finals / Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Jannik Sinner

La Stampa ha intervistato il portavoce dell’agenzia mondiale antidoping Wada in merito al caso Sinner che si terrà Il 26 settembre. L’agenzia si è appellata al verdetto del tribunale nominato dall’Itia che lo ha giudicato non perseguibile «né per colpa né per negligenza» per la positività al Clostebol.

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Wada: «La Wada non chiede la cancellazione di alcun altro risultato»

Mister Fitzgerald, la posizione della Wada è cambiata nel frattempo?
«Come abbiamo dichiarato a settembre, la Wada ritiene che la conclusione di “nessuna colpa o negligenza” non fosse corretta secondo le norme correnti, e chiede un periodo di sospensione compreso tra uno e due anni. La Wada non chiede la cancellazione di alcun risultato, salvo quelli già imposti in primo grado. Poiché la questione è ora pendente dinanzi al Tas, la Wada non commenterà ulteriormente».

Le norme antidoping sono complicate e le procedure lunghe. C’è il desiderio di semplificare i protocolli?
«Negli ultimi 20 anni, il codice mondiale antidoping ha protetto lo sport pulito in tutti i paesi, è stato rivisto tre volte e un’altra un’altra revisione dovrebbe concludersi alla fine di quest’anno. Queste revisioni tengono conto di migliaia di commenti e suggerimenti da parte di vari gruppi di stakeholderin tutto il mondo, tra cui atleti, governi, organizzazioni nazionali antidoping, federazioni sportive e altri. Sono stati gli atleti, ad esempio, a spingere per sanzioni più severe contro i trasgressori, con il risultato che il periodo di sospensione (per sostanze non specificate) è stato allungato da due a quattro anni».

È possibile tracciare una linea di demarcazione tra la responsabilità di un atleta e ciò che accade nella sua squadra?
«Senza commentare alcun caso pratico, dire che il principio della responsabilità oggettiva è di fondamentale importanza per sostenere la correttezza nello sport. Senza di esso non ci sarebbe alcun antidoping e i drogati vincerebbero. Se un atleta positivo a una sostanza proibita non dovesse spiegare da dove proviene o come è entrata nel suo organismo, sarebbe fin troppo facile per chi ha imbrogliato sfuggire a sanazioni significative».

Alcuni ‘accusatori’ sostengono che un basso dosaggio può servire a mascherare l’uso di altre sostanze. Qual è l’opinione della Wada?
«È risaputo che alcune sostanze possono essere assunte allo scopo di mascherare l’ingestione di altre. La classe di sostanza degli agenti mascheranti comprende principalmente i diuretici, ma include anche probenecid e gli espansori al plasma, nonché sostanza con una struttura chimica simile che alterarono i campioni di doping, modificano l’escrezioni urinaria o nascondono la presenta di altri agenti dopanti. Importante che tali agenti mascheranti siano presenti nell’elenco delle sostane e de metodi proibiti».

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