Lo scorso anno il Napoli era una squadra spaurita con una difesa colabrodo e giocatori che non si aiutavano più tra di loro

Conte definisce soldati i suoi giocatori e loro ad ogni gol corrono ad abbracciare il generale (Gazzetta)
Ecco cosa scrive la Gazzetta dello Sport:
Il lavoro fatto dal tecnico va al di là di un primo posto inaspettato. Lo scorso anno il Napoli era una squadra spaurita con una difesa colabrodo e giocatori che non si aiutavano più tra di loro. Una formazione neanche lontana parente di quella che l’anno prima con Spalletti aveva conquistato uno spettacolare scudetto. Conte in pochi mesi è entrato nella testa dei suoi uomini e ha rivoltato il Napoli come un calzino, forgiandolo e compattandolo. Lui parla dei suoi giocatori definendoli soldati e loro ad ogni gol corrono ad abbracciare il proprio generale. La squadra sta crescendo nella gestione della partita e dei momenti decisivi: tutti si aiutano (fedeli al mantra contiano del noi che viene prima dell’io) tutti corrono e rincorrono. In più c’è la crescita individuale di elementi decisivi.
Il Napoli su 14 partite ne ha vinte 10, di cui 5 con un gol di scarto: l’attacco è solo il settimo in A. Per 9 volte però ha tenuto la sua porta inviolata e con 9 reti subite è la seconda difesa dietro la Juve (8 gol subiti).
Conte: «Questa squadra gioca a calcio, a volte sembra che lo vedo solo io»
Il tecnico del Napoli, Antonio Conte ha parlato in conferenza stampa dopo la grande vittoria contro il Torino, molto soddisfatto non tanto per il risultato o il primo posto in classifica, ma per la crescita della sua squadra che risponde ai suoi input.
«Quello che mi piace sono squadre che dimostrano di essere squadre. Noi stiamo lavorando per diventare una squadra tosta sotto tutti i punti di vista. Questa squadra gioca a calcio, a volte sembra che lo vedo solo io: tanti si rifugiano nel risultato ma noi creiamo e sviluppiamo, solo un grande portiere ci ha tolto ulteriore tranquillità. Continuiamo a lavorare e a vedere la crescita dei ragazzi, sono orgoglioso perché facciamo step in avanti e non dobbiamo tornare indietro.
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McTominay è un ragazzo che nello United non era protagonista, lo conoscevo bene e siamo stati bravi e anche un po’ fortunati perché il ragazzo ha accettato di venire dove non si giocava in Europa, magari poteva vedere Napoli come un declassamento e invece lui, come altri, sono venuti per esser protagonisti e sono convinto che il tempo darà ragione a tutti».